Calcio

Brescia, la vittoria perfetta nel momento più importante vale anche il terzo posto

Spal battuta 2-0, gara decisa già nel primo tempo da Ayé e Mangraviti con il tris poi sfiorato a più riprese
Parata di Andrenacci, autore con la Spal di una prova maiuscola - © www.giornaledibrescia.it
Parata di Andrenacci, autore con la Spal di una prova maiuscola - © www.giornaledibrescia.it
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Basta un giorno così a cancellarne 72. Basta un giorno così, non a cacciar via tutti gli «sbattimenti» che ogni giorni sembrano sempre di più e ogni giorno fanno paura di più, ma perlomeno a spostarli un po’ più in là. La vittoria per 2-0 contro la Spal è stata pulita pulita e viene pure da definire perfetta. Per modalità e momento. Per compiutezza e significato. Questo è il Brescia: quello dal quale non sai mai bene cosa aspettarti nel bel mezzo di un tunnel di pareggi e musi lunghi, dentro un’emergenza difensiva e dopo una sosta caratterizzata dalle dimissioni da presidente di Massimo Cellino con una mossa che ha scatenato un effetto domino-risiko societario che non si sa bene come andrà a finire.

Ebbene, dal cilindro la squadra di Clotet ha estratto una vittoria che non era un optional perché ormai serviva come il pane, ma arricchita da optional. Perché tre punti sarebbero andati bene come venivano-venivano tanto per prendere una boccata d’ossigeno alla vigilia di una settimana che sarà tosta. I tre punti sono stati arricchiti da una prova eseguita senza sbavature, seguendo uno spartito studiatissimo e mandato a memoria e contraddistinta da una grande lucidità, sia di chi era in campo, sia di chi l’ha gestita dalla panchina, ovvero Clotet che abbiamo ritrovato più simile, in tutto, a quello di inizio stagione. Tanta attesa per tornare a cacciar fuori un urlo liberatorio, ha portato pure a qualcosa in più: in dote c’è pure un terzo posto pari punti col Genoa con in palio, domenica prossima, ancora in casa, l’aggancio al secondo posto alla Reggina di Inzaghi. Ci penseremo. E anche il terzo posto, con 7 squadre raccolte in tre punti (dai 23 delle rondinelle ai 20 dell’Ascoli), lasciamolo lì (al momento almeno...) «sacrificato» di fatto sull’altare dell’urgenza e della priorità di ridare linearità e chiarezza sul fronte gestionale.

Come è andata

Piuttosto, prendiamo il momento e prendiamo dunque la bellezza di un 2-0 dentro il quale non si legge bene di come Bisoli e compagni, disegnati in un 4-4-2 funzionale e intelligente nonostante - da Bisoli a Ndoj a Mangraviti - tre esterni su quattro fuori ruolo e intelligente al punto da mandare fuori giri da subito una Spal che per più o meno un’ora non ci ha capito nulla, continuando a girare su se stessa per poi annegare nel 70% di uno sterile possesso palla volutamente ceduto da un Brescia che è stato superiore nei duelli in ogni reparto e sulle seconde palle.

La squadra di De Rossi è stata impacchettata già in un primo tempo poco vibrante, ma approcciato con aggressività dal Brescia. E «spaccato» già al 14’ da una giocata del trascinante Ndoj - cavalcata ubriacante dalla sinistra per poi accentrarsi - che in area viene messo giù: rigore super solare, ma l’arbitro fa proseguire e mentre tutti si fermano su palla che resta lì arriva Ayé per l’1-0.

La Spal tiene il pallino, ma non sa che farsene mentre un corner di Viviani (che alla mezz’ora aveva tentato la prodezza su una punizione a due in area sciupando così una grossa occasione) deviato da Arena al 41’ finisce sul secondo palo dove è appostato Mangraviti (non segnava da maggio 2021 in Monza-Brescia 0-2) per il colpo di testa del bis. Nella ripresa Clotet toglie Bisoli (qualche problema fisico) e propone Bertagnoli mentre De Rossi si gioca la carta del trequartista con Maistro. Ripresa.

Il Brescia inserisce il tasto «gestione», ma non passiva e infatti al 13’ come Moreo a botta sicura trova l’occasione del 3-0: ma trova anche un Alfonso molto attento anche a dire due volte no al subentrato e pimpante Galazzi. Dall’altra parte De Rossi le prova tutte tanto da chiudere con le tre punte più il suddetto Maistro. Il Brescia, guidato dietro da un ottimo Papetti, fa i conti con un po’ di sofferenza, ma anche questa appare controllata e a ogni modo non si percepisce mai vero affanno.

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E poi c’è Andrenacci due volte parecchio bravo su Moncini (che troverà poi il gol nel recupero, ma in fuorigioco ravvisato dal Var) evitando che gli spallini - contestati dai 200 arrivati al Rigamonti - rientrino in partita condannando il Brescia - sempre bravo a mantenere le distanze - a un finale da incubo. Invece è stato solo un giorno in Paradiso: un giorno così (quinto risultato consecutivo, secondo clean sheet di fila) che ne ha cancellati 72. E che, forse, aiuterà ad affrontare meglio i prossimi «sbattimenti». Davvero ben fatto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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