Calcio

Brescia, la rovesciata che può ridare speranza

A Cremona importanti segnali di compattezza e fortuna: ma ora sui 4 pari va costruita la vittoria
La rovesciata di Moncini che ha pareggiato la sfida di Cremona - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
La rovesciata di Moncini che ha pareggiato la sfida di Cremona - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Questa è la maxi storia di come la vita calcistica del Brescia cambiata, capovolta e sottosopra sia finita grazie a una rovesciata. Ma anche grazie a quattro pareggi consecutivi. Il 19 dicembre (eravamo agli sgoccioli dell’anno anche allora...) del 2009 Francesco Flachi con una prodezza in acrobazia (più sforbiciata che rovesciata vera e propria, ma siamo lì) sul finire della partita (al 43’) decise la partita contro il Modena e da lì prese il via la cavalcata verso la promozione in serie A.

L'abbraccio dei giocatori del Brescia a Cremona - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
L'abbraccio dei giocatori del Brescia a Cremona - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Nella primavera del 2017 invece, con l’era di Massimo Cellino che sarebbe iniziata di lì a 5 mesi, Gigi Cagni accettò la sfida di prendere da Christian Brocchi le redini di un Brescia arrancante, a rischio retrocessione e in un delicato momento di trattative societarie per portarlo alla salvezza. Il biglietto da visita dell’uomo del Carmine fu costituito da 4 pareggi consecutivi che servirono per ricostruire certezze prendendosi il tempo necessario anche se se di tempo non ce n’era perché Cagni subentrò che eravamo già alla trentunesima giornata. La missione andò in porto.

Come andò

Una rovesciata (o sforbiciata) e un filottino persi nel tempo, ma prontamente ritrovati dalla memoria collettiva dei bresciani che cercano in tutti i modi di trovare e incasellare segnali o pseudo tali riscontrati nel derby con la Cremonese. Il Brescia di Bisoli ha più punti di contatto con quello di Cagni che non con quello che si rivelò vincente (e che era una signora rosa) con Beppe Iachini.

Ma tutto serve per parlare di momenti «sliding doors», ovvero che ipoteticamente possono riscrivere la storia di una stagione. Allo «Zini» il Brescia era su un crinale: una sconfitta lo avrebbe fatto cadere nel baratro. E invece, quella magia del mondo, ha cambiato con tutta probabilità anche la faccia del destino di Bisolone sul quale si sarebbero allungate ombre lunghe. E, altra magia, l’ennesimo pari, è incredibilmente bastato anche per tenere il +3 sui play out.

Fortuna e volontà

Questa, si chiama (anche) fortuna (la stessa intervenuta mettendoci una...traversa sul tiro di Bianchetti e facendo in modo che al Var ci fosse una buona squadra) che però le rondinelle sono state brava a portare dalla loro scegliendo, una volta tanto, di non farsi trascinare dagli eventi: di non subirli, ma anzi di governarli. E così, ad esempio è stato nella reazione all’espulsione di Cistana, uno degli uomini simbolo di una squadra che s’è all’improvviso ricordata di essere tale e che si è rifiutata di rassegnarsi al proprio destino. Andando a prendersi quel pari. E sciogliendosi poi in un abbraccio – forse, si spera – liberatorio, nel quale – non è un dettaglio, è sostanza anzi – è stato non solo accolto, ma è diventato parte integrante Pierpaolo Bisoli. Che viene seguito e riconosciuto.

Il gruppo

È stato un attestato importante anche per un tecnico che deve remare anche contro la corrente dei veleni ambientali e della negatività presidenziale. Ma che sa di avere l’attenzione e la disponibilità del gruppo. Potere anche dell’entusiasmo che ha portato con sé. Ecco, a proposito di entusiasmo: nel Brescia vincente di Iachini era in organico dirigenziale Gigi Maifredi il cui ruolo fu più decisivo di quanto i «libri» non abbiano mai raccontato. Il «Maifer» aveva sempre la parola giusta e il sorriso giusto al posto giusto. Sapeva sdrammatizzare. E, da fuori, la sensazione che si ha è che questa squadra abbia tanto bisogno, da parti di tutti – chi è più vicino e chi più lontano – di qualche sorriso in più. Ben sapendo che ora arriva il bello.

Ovvero il difficile perché su quei 4 pareggi va costruita una vittoria e va fatto già alla ripresa nello scontro diretto contro la Sampdoria in crisi. Sta alla squadra dimostrare che a Cremona quello che s’è acceso non è stato solo un fuocherello di paglia. E sta a Pierpaolo Bisoli, trovare il modo di far fare passi avanti anche dal punto di vista del gioco. Ci sono momenti che possono cambiare una storia. L’auspicio è che per il Brescia sia arrivato proprio quel momento. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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