Brescia, la lista della spesa per la serie A: due punte, un centrale e un terzino

Una stagione è finita, una stagione è già iniziata. Perché la fine di un campionato segna soltanto un confine virtuale. Si volta pagina, ma non ci si ferma mai. E a maggior ragione non ci si può fermare in casa di un Brescia che dopo due stagioni preparate «alla giornata» deve tornare a darsi un respiro. L’apertura dichiarata, anche a mezzo di una campagna abbonamenti irrituale e da «metaverso» visto che espone in vetrina un giocatore (Borrelli) che non è di proprietà, è quella verso un ritorno alla competizione per la serie A. Però come? Con chi? Con quali budget e risorse? Tutte domande che al momento restano in sospeso. In attesa di una chiara e corretta comunicazione del piano propedeutico all’obiettivo finale. Sono giorni particolari questi in casa Brescia.
La botta di Catanzaro fa ancora male e accentua stress e stanchezza accumulati in stagione. Sono giorni particolari, anche per Massimo Cellino «ammantato» di una strana tranquillità (si fa per dire...): qualche mugugno, qualche lamentela. Ma rispetto ai suoi standard, nulla di che. E così è sempre stato anche dall’arrivo di Maran che infatti ha potuto lavorare in pace. Sono solo dettagli, ma con Cellino, i dettagli sono sempre sostanza e possono essere indicativi di partite che, al netto di smentite, il patròn sta conducendo sui tavoli del futuro da dare al club. Ma tutto è avvolto nella nebbia. E pertanto, pur rimanendo con le antenne dritte, non resta che attenersi ai fatti che sono quelli di un Cellino già da oltre tre mesi comunque al lavoro sul nuovo Brescia.
A suo tempo, per primi svelammo gli accordi già trovati con l’ala australiana Bouhagiar (a costo zero, scommessa alla cieca) e il play belga Verreth (viene considerato un potenziale titolare, è stato promosso anche dagli stretti collaboratori del presidente). Ma è ovvio che si tratta, nemmeno di antipasti, ma di piccole entrées. Bisogna capirsi: quanto c’è a disposizione per puntare alla serie A? Di certo, se la partenza è quella di un monte ingaggi di meno di 7 milioni di euro, non si può pensare (ma non sarebbe nemmeno sostenibile) che la cifra si triplichi. Ma è difficile anche pensare di arrivare a un «semplice» raddoppio visto che la linea di Cellino è: si spende solo ciò che si ha a disposizione, diciamo, da cassa. E non sono previste iniezioni di denaro extra nelle casse del Brescia.
Stime
Il club ha stimato che per fare un vero salto di qualità negli investimenti, alimentandosi solo all’interno di un circolo virtuoso, servirebbe aumentare le sponsorizzazioni di un 20-30% e poter contare su 7-8.000 presenze allo stadio. Questo, senza sapere cosa ci sia sotto quelle carte che a tutti, anche a chi lo circonda, Cellino dà l’idea di tenere coperte sul fronte societario.
Sempre attenendoci ai fatti e in attesa di risposte continuando a considerare che la gestione, a prescindere da tutto, ragionando nell’ottica della prossima stagione, sarà ancora quella dell’imprenditore sardo, va ricordato che a suo tempo parlò della necessità di 2-3 rinforzi per alzare l’asticella. Non bastano. Perché in questa stagione la squadra ha tirato fuori risorse impensabili, ma in qualche modo molto è girato per il verso giusto. Non si può sempre scherzare col fuoco.
Il minimo (il minimo), sono, dando per buono (ma tutto da verificare) Verreth, 4 rinforzi «pesanti»: due attaccanti, un terzino sinistro, un centrale di difesa. Comanda l’«affaire Borrelli» se non altro perché si tratta di un’operazione riscatto che da sola prevede la messa a bilancio di una spesa di 4 milioni a ora pagabili in tre anni: Cellino punta a proporre, previo cambio della formula col Frosinone, che deve accettare, un pagamento in 4 anni. Ma Borrelli non basterebbe. Serve un attacco da 40 gol unendo Moncini, ma anche un’altra punta di categoria dalle caratteristiche diverse dai due. Più, in teoria, Bianchi. In teoria: perché da tre stagioni non ha fatto il salto di qualità e viene considerato sacrificabile. Sull’altare di un’altra tipologia di giocatore a completamento del reparto. Nomi? Sono sempre nell’aria quelli di Brunori e Soleri (quest’ultimo già a un passo l’estate scorsa).
Mancanze e lacune
Il Brescia quest’anno è stato corto anche sugli esterni. Con Dickmann da considerare riscattato, c’è Jallow e non ci sarà più Huard, arrivato a scadenza con Van de Looi, Fares (torna alla Lazio) e Avella (ma se partisse Andrenacci il Brescia lo riprenderebbe). Serve un terzo elemento potenzialmente titolare. Con Beppe Riso, agente di Olzer, già da molto tempo il Brescia ha riparlato di Niccolò Corrado, terzino sinistro già cercato a gennaio e finito a Modena in prestito dalla Ternana che rischia la C.
Corsie
Su Corrado pende un diritto di «ricompra» dell’Inter che difficilmente lo eserciterà. Se restasse «libero» e se Corrado non avesse mercato in A, al Brescia è stata assicurata una via preferenziale. Sempre per la sinistra, offerto Mattia Tonetto, lasciato libero dalla FeralpiSalò (22 presenze). Capitolo difesa. Serve un terzo centrale «titolare» con Cistana e Adorni più Papetti a completamento. Serve ciò che fu Romagnoli l’anno dell’ultima promozione. A compilar liste si fa presto: bisogna capire quanto può uscire dalla tasca.
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