Calcio

Brescia, inizia l’era di Clotet. Obiettivo: arrivare fino alla fine

Per il catalano contratto biennale: con Cellino nessun tecnico «partente» ha chiuso la stagione
Classe 1977. Pep Clotet torna sulla panchina del Brescia: per il catalano un contratto biennale // FOTO NEWREPORTER NICOLI
Classe 1977. Pep Clotet torna sulla panchina del Brescia: per il catalano un contratto biennale // FOTO NEWREPORTER NICOLI
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Dubbi non ce ne sono mai stati. Perché ancor prima del saluto a Pippo Inzaghi ed Eugenio Corini, era stato chiaro a tutti che l’allenatore del Brescia 2022/2023 sarebbe stato Pep Clotet. E le voci di un Massimo Cellino intento nelle ultime ore a guardarsi intorno sono definitivamente scivolate via ieri all’ora di pranzo, quando dalla società è arrivato il comunicato dell’accordo con il tecnico catalano.

Per lui un contratto biennale, anche se le operazioni per il presente sono iniziate da giorni, con Clotet a lavorare sotto traccia insieme ai collaboratori tra idee di mercato e preparativi del ritiro. Il tutto con un obiettivo: essere il primo allenatore dell’era Cellino a Brescia a iniziare e chiudere una stagione senza «interruzioni», cosa non riuscita a Boscaglia, Suazo, Corini (in serie A) e Inzaghi.

Passato

Quello di Pep Clotet è tecnicamente un ritorno, ma allo stesso tempo un nuovo inizio, per tanti motivi. Un ritorno perché il catalano, classe ’77, il Rigamonti, la piazza bresciana, il centro sportivo di Torbole, ha già avuto modo di conoscerli e frequentarli. Fin da sabato 6 febbraio 2021: avversario è il Cittadella, in panchina c’è Gastaldello (altra figura che c’era e ci sarà), in tribuna accanto a Cellino un allenatore ai più sconosciuto, ma che il presidente ha avuto nella sua esperienza a Leeds, come secondo di Garry Monk.

Dalla gara successiva, martedì 9 a Lecce (2-2 in rimonta), Clotet prende in mano le redini del Brescia e lo fa galoppare dalla zona play out alla conquista dei play off. Dieci vittorie, quattro pareggi e tre sole sconfitte, una media di fatto di due punti a partita. Il Brescia piace, non solo perché risale posizioni, tanto che l’uscita nel primo turno dei play off contro il Cittadella viene digerita tutto sommato bene, anche perché l’impressione è che si possa ripartire da lì, con Clotet in panchina. Sbagliato. Perché l’avventura finisce, come spesso accade, non benissimo. Un film già visto, come il fatto che dopo qualche mese Cellino e il protagonista di turno (dirigente, allenatore o giocatore che sia) ritrovino feeling.

Presente e futuro

Ora Pep Clotet riabbraccia la «squadra» di un anno fa, Daniele Gastaldello come vice e Giorgio Perinetti quale responsabile dell’area tecnica. Molto però è cambiato, a partire dal fatto che il catalano conosce meglio le dinamiche del calcio italiano e della serie B. La scorsa estate infatti (il 2 luglio, giorno in cui quest’anno partirà con le rondinelle per il ritiro di Ronzone) Tacopina lo convinse a sposare il progetto della Spal. Contratto annuale, ma alla fine stesso numero di partite disputate col Brescia, diciotto, con l’esonero arrivato a inizio gennaio. E in tasca numeri ben differenti rispetto all’esperienza biancazzurra: diciottesimo posto in classifica, 20 punti frutto di 5 vittorie, altrettanti pareggi e 8 sconfitte, una subita in casa proprio contro il Brescia.

Nel giorno in cui ebbe però la possibilità di rivedere faccia a faccia Cellino. Occasione per entrambi per togliere dal rapporto pluriennale alcune ruggini. C’è anche una piazza, quella bresciana, che Clotet ha in fondo conosciuto poco, che si parli di stampa come di tifosi. La sua avventura biancazzurra ha avuto come cornice stadi vuoti per il Covid, conferenze stampa a distanza, tifosi che comunque gli hanno fatto sentire il loro calore in altri modi. Indimenticabile, non solo per lui, l’accoglienza dopo la vittoria a Monza e la conquista dei play off: centinaia di appassionati fuori dal centro sportivo di Torbole, Clotet «capopopolo» a ringraziare e arringare la folla col megafono. Da ieri c’è un nuovo inizio, l’obiettivo è quelo di tagliare il traguardo. Magari leggendo «serie A» sullo striscione d’arrivo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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