Calcio

Brescia, il primato secondo Cistana: «Svolta nella mentalità»

Il difensore: «Ora siamo come Inzaghi, rosichiamo pure in partitina. E il gruppo somiglia a quello del 2019»
Il difensore bresciano del Brescia Andrea Cistana - New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Il difensore bresciano del Brescia Andrea Cistana - New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Ciò che si è e che si aspira a diventare, è il frutto di ciò che siamo stati e abbiamo vissuto. E così, il Brescia capolista di oggi che vuole il bersaglio domani, nasce da un passato anche di errori e di passione. Che non sono passati invano. Ecco perché non appare così fuori luogo fare di Andrea Cistana una specie di emblema: lui che è esponente di una vecchia guardia che ne ha viste tante, sia per quanto riguarda la vicende di squadra che a livello personale con due infortuni serissimi che lo hanno stoppato nel momento di ascesa e dopo aver toccato il cielo con un dito: due anni fa esatti (era l’8 di novembre), Roberto Mancini lo convocò in Nazionale.

Sembra passata una vita e adesso, soprattutto il periodo più complicato a livello umano e morale, è passato. E sono passati anche i guai per il Brescia. Di nuovo sul trampolino di lancio, trascinato (anche) dal nuovo-vecchio Andrea Cistana. Una specie di co-capitano con Dimitri Bisoli e una carta d’identità da 24enne che però sulle spalle si sente, di testa, qualche anno in più: «Non so bene come spiegarlo - ci dice Cistana - ma mi sento come se quel mio periodo difficile per gli infortuni mi avesse lasciato in eredità una forza mentale diversa. Sono uno che cerca sempre di vedere le cose in maniera positiva, anche con una caviglia e un ginocchio rotti... Mi sono sentito molto aiutato dalla mia famiglia che mi ha sempre seguito ovunque: quando dalla Primavera mi ritrovai in D mi sentivo sconfitto, ma per loro non ha mai fatto differenza, mi hanno seguito ovunque. E sono orgogliosi di averli portati a San Siro... Ho perso almeno un anno sul campo, ma ho guadagnato in altro e anche nello spogliatoio mi sento di poter essere più autorevole».

Intanto il Brescia è autorevole il classifica... «Stare là in alto piace davvero a tutti, è bellissimo. Di certo vogliamo tenerci stretta questa posizione e dipende da noi. Ma mancano ancora un sacco di gare». Ci sono dei parallelismi da poter fare con il Brescia di Corini? «Questo Brescia somiglia a quello di allora per tipologia di gruppo. Niente teste calde, tutti bravi ragazzi, giovani che pedalano, voglia di seguire tutto quello che dice l’allenatore». Sul campo la svolta è iniziata dalla fase difensiva... «Ecco: è corretto parlare di fase difensiva e non solo di difensori. È normale che se poi si va a rivedere un gol preso il difensore è l’ultimo a commettere l’errore, ma una compattezza e un lavoro di squadra migliori aiutano anche noi del reparto ad esaltare le nostre caratteristiche».

Ma al di là di differenti dettati tattici, cosa ha fatto la differenza per diventare più solidi? «Non vogliamo più prendere gol neanche in partitina durante la settimana. E se accade rosichiamo come il mister: siamo diventati come lui che ci ripete che dobbiamo arrabbiarci se subiamo gol in allenamento. Infatti adesso sono più le partitella che terminano 0-0 che quelle che finiscono 5-5, per dire».

Pippo Inzaghi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Pippo Inzaghi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Quindi al di là dei concetti di gioco, questa ossessione di Inzaghi è un valore aggiunto? «La sua carica la fa trasparire, se si arrabbia non te le manda certo a dire ma urla. È emotivo e questa sua voglia, appunto rimanendo sul non voler subire, ce la trasmetta. Da difensore avverto molto che tanti miei compagni hanno proprio cambiato il modo di ragionare: è questione di mentalità diversa in allenamento».

Inzaghi punta sulla costruzione dal basso. Se la sente congeniale? «Sì, mi piace. Testo prima di tutto un difensore, ma avere la palla tra i piedi e poter provare la giocata tentando magari dei filtranti mi aiuta. Non amo passare la palla ai centrocampisti come se semplicemente dovessero pensarci loro. Quale deve essere il prossimo vostro passo e come si resta in alto? «Non pensando di voler vincere adesso il campionato. Le nostre qualità usciranno alla lunga».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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