Calcio

Brescia, il mercato a sorpresa di Cellino: «Ora più certezze»

Ndoj è andato al Cosenza. Nell’insieme una squadra razionale e variegata. Cellino: «Più certezze»
Massimo Cellino - © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino - © www.giornaledibrescia.it
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Tutto all’ultimo e tutto bene. Tutto all’ultimo, ma non per caso bensì per scelta (e per qualche contingenza). E per una strategia che era stata scoperta soltanto in parte. E che ieri, al fischio finale delle 20, ha trovato un suo compimento. Portando a definire la rosa che adesso andrà a giocarsela in tutti i modi e in tutti i luoghi ad essere più razionale e funzionale. Anche più variegata. E definita.

Rosa completata

La rosa pre mercato si era rivelata «vuotamente» lunga: tanti nomi, pochi titolari. Adesso, Inzaghi può allungare davvero le rotazioni e anche lavorare a un modulo chiaro, sul canovaccio del 4-3-1-2 sul quale era stato trovato un compromesso in quel famoso vertice a tre del 30 dicembre scorso. Nel quale l’allenatore con Cellino e Marroccu si parlarono e si scontrarono per poi ritrovarsi tutti e tre insieme a gettare le basi di un mercato che ieri ha messo i suoi ultimi tre mattoni: Davide Adorni, che si sapeva. Federico Proia, che si era capito. E Valon Behrami, del quale si era sussurrato: ma il Brescia era stato bravo a depistare.

Un innesto decisivo, quello di Adorni in difesa e due innesti che per motivi diversi lo sono altrettanto a centrocampo. Dove all’ultimo giro di lancette abbiamo salutato il purtroppo grande incompiuto Emanuele Ndoj che formalmente si è accasato al Cosenza in prestito, ma che è a scadenza e che quindi a Brescia non tornerà più. Via Ndoj così come sabato era partito Cavion: due caselle libere a centrocampo, zona mezzeali. Un reparto che non poteva restare sguarinito a maggior ragione con la scelta di puntare sul 4-3-1-2.

La situazione

Federico Proia, inseguito a lungo e ora a Brescia
Federico Proia, inseguito a lungo e ora a Brescia

Due vuoti, che sono stati riempiti con il primo amore estivo di Massimo Cellino, quel Federico Proia, all’occorrenza anche rifinitore, che venne soffiato in extremis dal Vicenza che lo pagò 1 milione e 200 mila euro. Il Brescia se l’è «ripreso» alla stessa cifra pagandolo 500mila euro ora con il diritto di riscatto fissato a 700.000: e non si investono 500.000 euro a fondo perduto senza l’idea di completare poi l’operazione. Una scommessa per il Brescia, ma anche per il giocatore: una responsabilità per tutti.

Stessa responsabilità e stesso onore per Davide Adorni che a 30 anni vede realizzarsi il sogno del salto di qualità: il Brescia col Cittadella è andato davvero «oltre» investendo più di un milione di euro e bonus. Il Brescia insomma, ha anche investito: e non è banale. Poi Behrami, il nome spuntato a sorpresa alla metà del pomeriggio di ieri. Detto, fatto per il centrocampista - mezz’ala ma all’occorrenza anche play o terzino - 36enne che il 21 gennaio scorso ha risolto il suo rapporto con il Genoa dove ha lavorato con Francesco Marroccu che dunque «garantisce» per lui. Il senso del suo arrivo è quello di essere principalmente il valore aggiunto in termini di carisma e leadership: elementi che facevano difetto.

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Behrami alzerà il livello: soprattutto in settimana. Agli arrivi last minute, vanno poi aggiunti Lorenzo Andrenacci (ufficializzato ieri), Falvio Bianchi e naturalmente Stefano Sabelli. Manca la ciliegina, il bomber da 20 gol? Vista l’impossibilità di arrivare a Forte che era stato l’unico vero obiettivo, il Brescia ha pensato che valesse la pena restare così confidando nella consacrazione di Ayé e nel rilancio di Bajic. È rimasto Spalek (che potrebbe essere reintegrato) sono rimasti Chancellor e Linnér che potrebbero partire in extratime. Certo, si poteva sfoltire di più, ma oltre a Ndoj e Cavion avevano già lasciato Labojko, Mateju e Capoferri: sono tante 5 operazioni in uscita in un mercato così difficile.

Casomai l’errore era stato arrivare qui con tanti giocatori a scadenza e tante situazioni borderline: eredità questa di una estate tribolata e disordinata. E di errori da correggere in corsa, forse non a caso, ha parlato proprio Cellino a commento della chiusura del mercato: «Trovare entusiasmo in questi due anni non è stato facile... Abbiamo cercato di correggere e riordinare una rosa con più certezze e meno incognite. La classifica ce lo impone e i miei giocatori, il tecnico e i suoi collaboratori meritavano lo sforzo per la professionalità dimostratami fino ad ora». Voto al mercato? Sette e mezzo. Anche 8. Ben sapendo che le pagelle, quelle vere, le darà il campo. Da sempre giudice supremo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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