Brescia, il lucchetto del primo tempo che nessuno riesce ancora ad aprire

È un Brescia a «presa istantanea» quello ammirato in questi primi sei turni di campionato. Tradotto significa che la squadra sbaglia di rado l’approccio alla partita: è accaduto una sola volta, a Frosinone, in quella che non a caso è l’unica sconfitta (derubricabile a incidente di percorso, per quello che è accaduto dopo) di questa serie.
Questione insomma di mentalità e programmazione «scientifica» degli impegni: uno dei più grandi meriti che ha avuto finora il tecnico delle rondinelle Pep Clotet (tralasciando come detto il match dello Stirpe) è quello di aver mantenuto sempre alta la soglia dell’attenzione della squadra, che in campo trasmette perennemente (o quasi) la sensazione di essere sintonizzata sulle giuste frequenze, di muoversi su binari già percorsi con automatismi collaudati e curati nel dettaglio. Una sensazione che viene supportata anche dai numeri.
Primo dato di rilievo: soltanto il Parma ha trovato più reti (7) nei primi tempi delle rondinelle, «ferme» a quota 5 insieme al Genoa. È accaduto in tutte le vittorie ottenute sin qui in campionato (contro Südtirol, Como, Perugia e Modena) tranne una, quella con il Benevento, risolta da un guizzo in pieno recupero da Bianchi. E poi c’è il fattore «vantaggio blindato»: una volta che la squadra di Clotet trova il modo di sbloccare il punteggio, non la riacchiappi più. Non ci sono riuscite Südtirol, Como e Benevento, il Perugia ci ha provato ma si è dovuto fermare a metà dell’opera. Altro indicatore di una solidità che in un torneo irregolare come la serie B può diventare un fattore.
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È ancora onestamente troppo presto per emettere sentenze definitive, soprattutto perché i valori al vertice sono ancora perlopiù sottocoperta e in attesa di essere svelati, e la storia del campionato cadetto insegna che il vento può cambiare molto più repentinamente che in altre leghe, per tutti. Ma una squadra che presenta questi requisiti è certamente sulla buona strada. Tanto per intenderci, le tre formazioni che nella scorsa stagione hanno ottenuto più successi una volta passate in vantaggio sono state Cremonese, Lecce e Monza, poi promosse in serie A.
Che il Brescia sia sul podio di questa speciale graduatoria è semplicemente di buon auspicio, guai a debordare nei giudizi, ma soprattutto certifica la bontà del lavoro condotto da Clotet e dal suo staff. Ereditare un gruppo così giovane con l’obiettivo di renderlo competitivo in cadetteria è stato «un rischio» (e qui citiamo proprio il catalano) perfettamente calcolato: lo scotto dell’inesperienza, sin qui, non è stato pagato. L’augurio è quello di non doverlo fare mai.
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