Brescia, il gioco ora si fa duro: a Lecce passa un pezzo di A
Se non è un momento della verità, diciamo che perlomeno ci somiglia moltissimo. Vero che poi ci saranno altre 9 giornate da spendere, vero che in particolare nel campionato più equilibrato - e per questo, anche se pare un ossimoro, più pazzo - del mondo, nulla sarà finito finché non sarà finito... Ma è in dubbio che chi oggi, con palla al centro alle 14, dovesse riuscire a fare un salto triplo, si giocherebbe una fiche importante su un prossimo futuro in serie A.
Questa non è un’opinione, ma un dato oggettivo, programma della ventinovesima giornata alla mano: il computer della Lega B in estate si era travestito da sceneggiatore di thriller e non potevamo saperlo mentre annotavamo di un turno con Lecce-Brescia e Pisa-Cremonese (domani). Prima contro quarta e terza contro «prima bis»: tutte racchiuse nella miseria di due punti. La delicatezza di questo passaggio di campionato, si descrive dunque a occhio nudo e al primo sguardo della classifica.
Con pathos aggiuntivo perché alle spalle Monza e Benevento sono pronte ad approfittare degli incroci del destino per accorciare ulteriormente sul vertice. Ce n’è in grande abbondanza per tirar fuori tutta la voglia di Brescia: la stessa che un paio di centinaia di tifosi porteranno direttamente al Via del Mare» via treno.
La stessa voglia che nella settimana che ci siamo lasciati alle spalle da dopo la sconfitta contro la Cremonese, ha portato società, allenatore e squadra a compattarsi in maniera particolare e con spirito costruttivo: ognuno al suo posto, ognuno a cercare di interpretare al meglio la propria parte. Tante volte un sorriso e una pacca sulla spalla in più, possono fare miracoli. Non era una settimana da sbagliare nella gestione e non è stata sbagliata. Al clima, s’aggiunge poi la notizia del «tutti a disposizione» (assenze pesanti invece nel Lecce) che impone a Inzaghi pure scelte non banali.
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Questo il punto di partenza: ma come sempre a contare sarò solo ed esclusivamente il racconto del campo. Ma oggi è più decisiva - se vogliamo parametrarci su questo aggettivo - per il Lecce o per il Brescia? Ce la caviamo così: diciamo che per la squadra di Inzaghi diventa assolutamente fondamentale non perdere. Ma fare conti, calcoli, immaginare classifiche è esercizio particolarmente inutile: è bello viverla. Anche perché eventualmente per non perdere, bisogna prima provare a vincere e quello che ci aspettiamo oggi a partire dal fischio d’inizio delle 14 è davvero la classica partita nella quale può succedere di tutto.
Tanto per cominciare, si affrontano la squadra col miglior rendimento casalingo, il Lecce (media di 2,21 nel suo stadio), contro quella che ha il miglior ruolino di marcia in trasferta, il Brescia che va nuovamente a caccia di quella doppia cifra di vittorie in esterna che è stata tabù negli ultimi due viaggi a Como e Cremona (un punto in due partite, l’ultimo blitz è quello di Reggio Calabria.
Più che la partita degli attacchi - primo contro secondo - sarà semmai la partita delle difese: la parola d’ordine, più che mai dopo gli ultimi svarioni (e i gol presi contro bomber come De Luca e Cerri...) è «dettagli». E siamo curiosi di sapere se e cosa Inzaghi ha preparato per ingabbiare il «suo» Coda. Al quale non si può ridurre il Lecce, ma i suoi 17 gol (8 solo nelle ultime 6) sono più di un monito. Non vorremmo poi dimenticare Strefezza, vice capocannoniere, tanto per gradire. Possiamo star qui a estrapolare numeri possibili chiavi di lettura fino allo sfinimento, a ricordare che un blitz manca dall’ottobre del 2007... Ma adesso è meglio viverla, con solo la pressione di un bel sogno.
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