Brescia, contro il Trento in amichevole solo 1-1. E gli ultras contestano Cellino

Finisce 1-1 l'amichevole con il Trento di C al Rigamonti per un Brescia che, sempre in attesa di una precisa identità di squadra, continua a non brillare. L'impressione è quella di una squadra che fatica a trovare gli spazi e vive su qualche (sporadica) fiammata dei soliti noti, facendo comunque fatica con avversari di, e martedì ne avremo la più che probabile conferma, categoria inferiore.

Un test che ha rappresentato il ritorno sulla scena del crimine (l'ultima partita sull'erba di Mompiano fu quella del 'tragico' ritorno dei play out con il Cosenza del 1 giugno scorso) per Bisoli e compagni con il capitano a firmare la rete del pari. Dopo un'occasione per parte nei primi tre minuti (traversa di Bisoli), Trento avanti con un tocco sotto misura di Petrovic all'8°. Poco dopo, si scatena il diluvio sul Rigamonti in contemporanea però con il pari delle rondinelle: 17', punizione dalla trequarti che Bjarnason mette sul palo lungo, Mangraviti al volo taglia l'area piccola per il destro di prima sul palo opposto dell'accorrente Bisoli che fissa l'1-1.

Un diluvio però di breve durata con lo schiarirsi del cielo con il Brescia che prova a fare la partita ma non trova mai l'imbucata giusta per risultare pericoloso. La ripresa (fuori la coppia di centrali Cistana-Mangraviti) è sulla falsariga della prima frazione, con le rondinelle ad avere il pallino ma a lasciare il tabellino delle occasioni praticamente vuoto. A metà frazione, dentro tutta la panchina per un Brescia sempre più Primavera , ma è il Trento ad alzare di più il baricentro e a sfiorare il vantaggio con un destro di Frosinini dai 15 metri.

Occasione-gol pareggiata nel finale da due destri di Ndoj, il primo su punizione dal limite respinta in tuffo dal portiere, la seconda da distanza ravvicinata dopo triangolo con Pace in un forcing finale che ha portato più appunti che negli 85, scarni di emozioni, minuti precedenti. Tra le note negative, l'ennesimo infortunio muscolare per Huard (coscia destra) che è stato costretto a lasciare il campo dopo un quarto d'ora di gioco sostituito dal giovane Riviera.

La contestazione

La contestazione degli Ultras contro Massimo Cellino
La contestazione degli Ultras contro Massimo Cellino
La contestazione degli Ultras contro Massimo Cellino
La contestazione degli Ultras contro Massimo Cellino
La contestazione degli Ultras contro Massimo Cellino
La contestazione degli Ultras contro Massimo Cellino

Si sono ritrovati ad un'ora dall'inizio della partita nella zona dell'antistadio, tra il parcheggio e la strada adiacente il perimetro dello stadio. Erano circa un cento-centocinquanta gli ultras della Curva Nord che, tra qualche bandiera lasciata sventolare al vento e un silenzio d'attesa, hanno affisso due lunghi striscioni alla cancellata del Rigamonti.

Il primo di bentornato dedicato al leader della Nord che ha terminato il daspo, il secondo, recitante un eloquente «Parlavi di mediocrità ma nessuno ha mai fatto peggio in questa città! Cellino vattene!», tanto per rimarcare che la dura protesta contro il presidente del Brescia non si è certo affievolita. Poi, al fischi iniziale del match, il silenzio fin lì regnante, s'è rotto con il partire dei cori dei tifosi che, nel frattempo, si erano portati nell'angolo tra tribuna e curva in modo da essere ben udibili dall'interno. Un quarto d'ora di duri slogan (destinatari Cellino e Gastaldello) e cori per la maglia, prima del rompete le righe. E di un prossimo ritrovo per ribadire un punto di non ritorno per una situazione ormai insanabile

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