Brescia, le ultime dopo il confronto tra Cellino e Maran

Facce rabbuiate, teste basse. Una sigaretta via l’altra passeggiando nervosamente, dentro e fuori dalla pancia del Barbera. Lo sguardo perso nel vuoto al pari di quello dei giocatori che, silenziosi e imbronciati, sfilano veloci di passaggio verso il pullman. Massimo Cellino è sceso a Palermo e nel dopo partita si è prima di tutto intrattenuto a lungo con il diesse Renzo Castagnini. Tra i due uno sconsolato conciliabolo scambiando opinioni e impressioni. Inquadrando anche la posizione di Rolando Maran col quale poi Cellino, sia in solitaria che con lo stesso Castagnini, si è confrontato negli spogliatoi.
Il faccia a faccia
Un colloquio, di almeno 15’, che è apparso subito come segno della volontà di non provare a dare una ulteriore nuova sterzata in panchina. Un segnale corroborato anche dal fatto che presidente e tecnico (sempre con Castagnigni) hanno anche cenato insieme in hotel prima di imbarcarsi sul volo di rientro a Brescia. Insomma: Cellino non dà l’idea di pensare a un cambio, che d’altronde darebbe l’idea della disperazione, in panchina. È chiaro però che la partita col Cesena diventa cruciale e un «mai dire mai». Col presidente – ha detto l’allenatore nell’intervista a Teletutto – abbiamo condiviso la lettura della partita col rammarico per quanto fatto soprattutto nel secondo tempo. Ci siamo detti di ripartire da lì».

«Nel primo tempo non abbiamo fatto bene – ha aggiunto il tecnico –, ma nella ripresa eravamo in controllo. Dispiace aver subito gol a pochi minuti dalla fine, non c’è stato il tempo per rimediare». Rolando definisce l’episodio che ha deciso la partita «un rigorino, un po’ casuale. Juric non vede arrivare l’avversario e prova a calciare il pallone. Ma il fatto che un nostro attaccante fosse in area a difendere la dice lunga sulla voglia che aveva la squadra di portare a casa un risultato positivo».
Ripartenza
Ora tutto ruota attorno alla capacità della squadra di prendere di petto un momento così difficile e allontanarsi in fretta dalle sabbie mobili della zona play out: «Bisogna sicuramente fare di più: non dobbiamo accontentarci di essere applicati e scolastici, serve metterci qualcosa di diverso. Forse è la prima partita, da quando sono rientrato, in cui tiriamo meno degli avversari: va reso merito al Palermo, che ha fatto una prestazione maiuscola, ma a noi girano sicuramente le scatole».
Cosa appesantisce di più oggi il Brescia? Non il digiuno di gol, secondo Maran, ma piuttosto «la vittoria in casa che manca da troppo tempo». Per rimediare, sabato, c’è la sfida con il Cesena. I bonus sono finiti da un po’: «Loro stanno bene, incontreremo tante difficoltà, come contro qualsiasi avversario in B. Ma per noi non può essere una scusante: la rabbia che proviamo in questo momento deve restarci dentro, per fare una partita seria, senza paura o pensieri strani».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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