Calcio

Brescia, con la Ternana terzo gol su palla inattiva nelle ultime 4

Il Brescia conferma i segnali di crescita nei calci da fermo, come insisteva Gastaldello. Blackout vietati se si vuol credere nella salvezza
L'occasione per Florian Aye durante Brescia-Ternana - Foto NewReporter/Nicoli © www.giornaledibrescia.it
L'occasione per Florian Aye durante Brescia-Ternana - Foto NewReporter/Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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La ricetrasmittente ha gracchiato. Il segnale, pur con qualche interferenza, è arrivato. E soprattutto è stato recepito. Perché sì, l’esigenza non è cambiata: per una squadra come il Brescia, lacunosa e spesso sterile nella propria produzione offensiva, le palle inattive non rappresentano un plus, una soluzione in più in un ampio ventaglio di scelte, ma una vera e propria ancora di salvezza.

Daniele Gastaldello aveva sdoganato il concetto qualche settimana fa: «Ho insistito molto con la squadra sull’importanza di essere più incisivi da fermo». Detto, fatto, perché nelle ultime quattro gare le reti su palla inattiva sono state tre. Più della metà delle quattro che i precedenti sette mesi avevano prodotto. E pazienza se in rosa i giocatori di struttura latitano: a volte basta ingegnarsi, crederci, che la sorte ti aiuta. Van de Looi a Venezia trova una zampata volitiva, rabbiosa. Ayé ad Ascoli trasforma un rigore per gentile concessione altrui: entrando con maggiore frequenza in area, può accadere anche questo. La stoccata volante di Jallow contro la Ternana è invece una gemma, un autentico pezzo di bravura.

Ternana più pericolosa, Brescia più cinico

Le ultime gare hanno tracciato un solco sul quale Gastaldello intende martellare in settimana. Il match con la Ternana è l’esempio perfetto: a differenza di altre volte, il Brescia ha saputo raccogliere il massimo pur senza meritarlo. Tutti i dati offensivi di Kama Sport pendono dal lato degli umbri, a partire dalle conclusioni: 17 quelle rossoverdi, contro le 13 biancazzurre.

Eppure le rondinelle hanno centrato lo specchio esattamente quanto gli avversari, in 4 occasioni: maggiori sono il cinismo e la concretezza, più alte le possibilità di ottenere una vittoria. L’equazione è semplice. È servita una buona dose di fortuna, certo, ma che lo steccato difensivo non si sia piegato ai picchiettii umbri è un segnale. Un bel segnale.

La Ternana ha costruito più chance (21 a 16), ha effettuato un maggior numero di dribbling (13 a 8), trovando anche più passaggi nel terzo offensivo di campo (97 a 49). Tutto questo per rimanere a secco. È un film già visto, ma a ruoli invertiti: stavolta il Brescia si è arrangiato con quello che aveva, e tanto gli è bastato. Fermo restando che soffrendo come nella ripresa non può filare sempre tutto liscio.

Vietato staccare la spina

Ecco, è soprattutto lì che occorre intervenire in fretta. L’esigenza di fare filotto in questo rush finale non può coniugarsi con un livello di attenzione e solidità troppo ondivago all’interno della stessa partita. Il Brescia ha sì vinto il doppio dei contrasti della Ternana (12 a 6), ma nei duelli (45 quelli vinti dai biancazzurri, 58 per gli umbri) ha sempre rincorso.

Colmare del tutto questo scarto è impossibile: in B ci sono molte squadre più fisiche del Brescia, la questione è strutturale e non di certo di volontà. Pure qui, però, vale il comandamento sul quale si reggerà l’ultimo segmento di campionato: cercare sempre di infrangere gli argini dei propri limiti. Per salvarsi, del resto, serve un’impresa straordinaria.

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