Brescia, con la Carrarese sarà una domenica speciale per i Bisoli
Senza considerare il risultato – lo faremo solo alla fine – è una domenica speciale quella che attende Pierpaolo e Dimitri Bisoli. Una domenica che rappresenta per entrambi un traguardo particolare. Per il neo tecnico delle rondinelle la partita con la Carrarese (seppur sarà in tribuna per la giornata di squalifica da scontare) è di fatto, come affermato dallo stesso allenatore durante la sua presentazione dell’altro ieri, la chiusura di un cerchio.
Quella circonferenza tracciata da giocatore con la V sul petto nell’annata migliore di sempre della Leonessa (2000-2001) chiusa al settimo posto (a braccetto con l'Atalanta) nella massima serie, ha trovato la saldatura con il suo ritorno a Brescia da timoniere e, soprattutto, da allenatore di suo figlio, fatto questo che, sempre parole sue, simboleggia un vero e proprio sogno.
Il traguardo
Ma per Dimitri, questo match con i neopromossi toscani, costituisce una prima bandierina da apporre sulla prima cima di un gran premio della montagna che, a fine stagione, può verosimilmente rappresentare un grande traguardo di cui andar fieri. La presenza in campo del capitano domenica sarà la numero 294 con questa maglia, con questi colori addosso. Tradotto, l’aggancio al sesto posto della classifica «all time» del Brescia Calcio, posto attualmente occupato da un’icona bresciana e del Brescia come Gigi Cagni. Traguardo che Dimitri avrebbe già tagliato nelle settimane scorse se non ci fosse stato l’infortunio muscolare alla coscia che l’ha tenuto ai margini per ben sette gare.
Duecentonovantaquattro – da leggere tutto d’un fiato per capirne la consistenza e l’attaccamento alla maglia di questo bresciano d’adozione – volte sul campo vestito di biancazzurro in nove stagioni (compresa l’attuale) consecutive da quel suo arrivo a Brescia nel luglio del 2016 proveniente dalla Fidelis Andria per un battesimo in cadetteria che, forse nemmeno lui ci avrà mai pensato in quel momento, è diventato un lungo connubio, così come la sua casa, la città che ha dato i natali a sua figlia Vittoria e li darà alla sua secondogenita nei prossimi mesi, quella che l’ha visto, emozionatissimo, sposarsi in Duomo con la sua Giada. Quella che gli ha messo al braccio la fascia di capitano riconoscendo, oltre alla sua professionalità, quel forte senso d’appartenenza necessario per poterla indossare.
La scalata
Un sesto posto tra i più presenti nei 113 anni e mezzo di storia del club che, ne siamo certi, è motivo di puro orgoglio. E, come dicevamo, non è finita qui in questa annata. Altre cinque partite e anche il quinto gradino, occupato da Marco Zambelli, sarà raggiunto; altre sei e sarà quota 300 tonda; altre quindici e anche il quarto posto, dove sta comodo Antonio Filippini con le sue 308 presenze, sarà cosa fatta. Insomma, una domenica speciale. Da festeggiare anche con il fratello Davide, nuovo match analyst della squadra. E da festeggiare, per tornare a bomba, con gioia solo se quel risultato alla fine dei 90’ sarà quello sperato. Perché quel senso d’appartenenza non ammette delusioni del campo.
Dal campo
Nell’allenamento di ieri, intanto, è andata in scena una doppia seduta. Il Brescia sta cambiando carichi e metodi, il che potrebbe pure rappresentare un’incognita per la gara contro la Carrarese. Ma un eventuale appesantimento, dovrà per forza di cose essere assorbito da quell’adrenalina e quella carica che sono state la prima richiesta di Bisoli ai suoi giocatori. Intanto, il tecnico può lavorare con tutto il gruppo (eccezion fatta per il lungodegente Fogliata) a propria disposizione. Un indubbio vantaggio e un buon punto di partenza.
Verso il mercato

Alla «doppia» di ieri ha assistito anche Massimo Cellino, che poi si è trattenuto anche con il direttore sportivo Renzo Castagnini. I due si sono certamente scambiati le prime opinioni rispetto al nuovo corso. I dialoghi tra presidente e diesse sono tra l’altro destinati a diventare ancora più fitti di quanto già non siano nei prossimi giorni visto che si va verso il mercato di gennaio.
A prescindere da quelle che saranno le indicazioni di Bisoli (sotto il quale proveranno il rilancio i Bianchi e i Paghera a esempio), inutile aspettarsi cose trascendentali: si cercherà magari di «cambiare» qualche faccia. Ma ogni tipo di discorso è prematuro e prima c’è da cercare di raddrizzare la barca dei risultati in modo da arrivare a girare la boa dell’andata (il 26 settembre, mentre il 29 si giocherà la prima di ritorno) in una posizione di classifica già tranquilla e che possa far operare a mente sgombra dalle preoccupazioni e in maniera lucida. Per oggi a Torbole è in programma una seduta di lavoro pomeridiana.
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