Calcio

Brescia, col Cittadella incidente di percorso da trasformare in monito

Il fastidioso ko è stato figlio di un insieme di motivi tra sfortuna e demeriti, ma va archiviato come scivolone
La delusione di Borrelli e Bjarnason dopo il fischio finale - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
La delusione di Borrelli e Bjarnason dopo il fischio finale - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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È opinione comune che se anche si fosse andati avanti a giocare fino a mezzanotte, il Brescia non sarebbe comunque riuscito a raddrizzarla. Ed è opinione comune che se la si rigiocasse altre 100 volte quella stramaledetta partita contro il Cittadella, il Brescia non solo non l’avrebbe persa, ma l’avrebbe vinta.

Per la serie: certe serate amare, lascia stare. Ma lasciar stare non è corretto. Come non sarebbe corretto, e sarebbe tremendamente ingiusto oltre che fuorviante e insensato, farne un dramma e mettere in discussione impianto e valori delle rondinelle. Per carità. Lucidità e razionalità, sono gli ingredienti minimi per affrontare l’inferno della serie B e mettersi a ondeggiare.

Lezione

Quello con il Cittadella è stato un incidente di percorso e come tale va catalogato. Però, appunto, se un incidente capita occorre andare ad analizzare perché si è verificato. Per non farlo succedere più. Insomma: una morale e una lezione da imparare, delle quali fare tesoro, ci sono sempre. A maggior ragione se, legittimamente, si aspira a un ruolo da grandi: mettere via senza approfondire, vorrebbe dire non sentire la voglia, né il bisogno di crescere.

Dunque, perché il Brescia ha fatto harakiri contro il Cittadella? Intanto, perché il Cittadella è il Cittadella: la squadra che peggio si accoppia con le caratteristiche della squadra di Maran. I veneti, le rondinelle sanno come mandarle ai matti: trovano i punti deboli e lì vanno puntualmente ad infilarsi. Ma il Cittadella esiste, e, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, rappresenta l’essenza delle serie B. Perché, soprattutto strada facendo, quando il punticino inizia a pesare a più non posso, in tante avviano il processo di imitazione del modo di giocare, o di non giocare, dei veneti. Maestri nell’accentuare difetti e mancanze altrui.

Chiavi

Anche la sfortuna è stata un fattore: annullato un gol per fuorigioco millimetrico di Bianchi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Anche la sfortuna è stata un fattore: annullato un gol per fuorigioco millimetrico di Bianchi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it

Però un modo, anche contro questo tipo di squadre - già punto debole del passato campionato - va trovato. Sarà anche questo il punto per fare di questa stagione una stagione di successo. Ma al di là dei discorsi sul piano generale, cosa non ha funzionato sabato? Errori di mira misto sfortuna. E questo è stato un tema.

È mancato magari anche un Moncini maestro dagli zero metri e sulle palle che arrivano in area in qualche modo, anche male. Ci sono stati troppi giocatori sottotono tra centrocampo ed esterni soprattutto e là davanti il pur generosissimo Borrelli non è ancora al top della forma. Anche dietro c’è stata meno sicurezza.

Ne è uscito un Brescia poco brillante. Che sul piano del gioco ha dato tutto nel primo tempo e che poi, non sorretto dalla condizione di cui sopra, nella ripresa - quando l’appannamento è diventato più evidente - è caduto dritto nella trappola del Cittadella re delle perdite di tempo e sempre più falloso: il Brescia - che perlomeno però avrebbe dovuto non perderla - ha avuto il torto di farsi toccare sui nervi (ci ha messo del suo pure il per niente esperto arbitro Galipò, che non ha fatto nulla per mettere sul chi va là il Cittadella) e di perdere le proprie peculiarità.

Ingenuità

Rolando Maran, tecnico delle rondinelle - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Rolando Maran, tecnico delle rondinelle - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it

Anche l’assedio finale, è stato una fagiolata - o un risotto - che non aveva un costrutto, ma che consisteva nel provarci in qualsiasi modo, senza filo. E il Brescia invece è una squadra che il suo filo da seguire lo deve sempre avere. E che sempre, deve giocare in qualche modo a calcio. Poi c’è stata la dinamica del gol subito, è arrivato in maniera sciocca, e del momento in cui è arrivato: col Cittadella da pochi minuti in inferiorità numerica e col Brescia che non si era messo subito a cavalcare il momento, con Maran che solo poi ha operato cambi risultati poco efficaci. Insomma, una somma di piccole cose, anche fatalità.

Ma è la serie B (e basta vedersi un po’ di altri risultati...), bellezza. Prendere o lasciare. E il Brescia stavolta prende sia la lezione che anche però qualcosa di buono: pur non in gran spolvero, pur contro un’avversaria che sa come non concedere spazi, ha creato moltissimo. La soluzione al rebus Cittadella e simili è dietro l’angolo: basta studiare ancora un po’. E reagire subito con l’occasione buona, quando è altamente probabile un po’ di turnover, già domani sera a Reggio Emilia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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