Calcio

Brescia, Cellino: «Torno perché sento la stima del tribunale»

Il proprietario è di nuovo presidente: «Ma se a fine stagione la situazione sarà ancora questa venderò»
Massimo Cellino ieri mattina era in sede per il Cda - Foto NewReporter/Papetti © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino ieri mattina era in sede per il Cda - Foto NewReporter/Papetti © www.giornaledibrescia.it
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È andata esattamente come si era capito sarebbe andata: Massimo Cellino è tornato a ricoprire la carica di presidente del Brescia.

Con l’annuncio ufficiale arrivato ieri mattina dopo un consiglio d’amministrazione durato un’ora e 30 minuti circa e al quale, per l’accettazione formale della nuova nomina a capo della governance del club, ha partecipato anche il diretto interessato.

Nella nota diramata si legge che il Cda «su proposta del consigliere Stefano Midolo e all’unanimità ha deliberato di confermare nella carica di consigliere di amministrazione e poi di presidente del Cda Massimo Cellino che in considerazione di quanto in precedenza ha accettato la nomina».

Poche righe, ma significative per far tornare, con sospiri di sollievo assortiti, la situazione nei suoi binari da un punto di vista formale, anche se nella sostanza non cambiano gli interrogativi sul futuro . Interrogativi destinati a rimanere come nubi sullo sfondo.

Ma quel che contava in questo momento - e le circostanze impongono una prudente navigazione a vista - era il ritorno a una normalità nell’eccezionalità e che soprattutto si registrasse una distensione nei rapporti Cellino-tribunale, perché trovare un modo per convivere è obbligatorio.

 

L'effetto delle dimissioni

Per riassumere, la tempesta scatenata dal patròn il 14 novembre scorso rassegnando le dimissioni ha prodotto l’ottenimento - era l’obiettivo - da parte di Cellino della fiducia nel suo operato e del riconoscimento «pubblico» della bontà del suo lavoro alla guida del club (un riconoscimento arrivato dal fatto che Midolo aveva votato a favore di un ritorno alla presidenza di Cellino e non è casuale che nel comunicato di ieri sia scritto che la proposta di votare la conferma sia arrivata dallo stesso amministratore dell’Eleonora Immobiliare). Per contro, cambierà il modello di governance di Brescia Holding, la controllante del Brescia, all’interno della quale entrerà l’amministratore giudiziario Pierangelo Seri (il quale domenica era al Rigamonti per assistere alla gara con la Spal, ma in un settore popolare e nelle vesti di tifoso) col quale i rapporti sono stati caratterizzati dalla tensione.

Midolo, il mediatore

Amministratore Eleonora Immobiliare, Stefano Midolo - Foto NewReporter/Papetti © www.giornaledibrescia.it
Amministratore Eleonora Immobiliare, Stefano Midolo - Foto NewReporter/Papetti © www.giornaledibrescia.it

Compito di Midolo, che con Cellino si era incontrato lunedì per affrontare i temi caldi, è stato quello di mediare. E così si è arrivati all’epilogo di ieri. «Ho gradito - il commento di Cellino - il segnale di apprezzamento da parte del tribunale. Significa che sono meno malvagio di come mi si vuole dipingere. La richiesta che mi è stata fatta di tornare rappresenta un segno di stima e mi fa piacere. Anche i giocatori - che ringrazio insieme a Clotet per la dedica di domenica - mi hanno chiesto di restare».

Resta però che lei si è arrabbiato per il comunicato di Seri e c’è anche la sensazione che ci sia una questione personale con l’amministratore giudiziario...

«Nulla di personale. Solo una situazione del genere non l’ho mai vissuta e fatico a sentirmi ospite in casa mia. Quanto a quel comunicato mi è stato assicurato che c’è stata una mala interpretazione di fondo. Le mie dimissioni avevano fatto pensare che io avessi un compratore pronto e allora è stato ritenuto di intervenire in quel modo anche per far sapere sull’esterno che non c’era nessun vuoto di potere. Ma ne parlerò per chiarire meglio con Seri stesso il quale magari puntualizzerà il fatto che tutto è nato da fraintendimenti».

C’è chi sospetta che tutto quanto accaduto in questi giorni sia stato il classico teatrino alla Cellino...

«Nessun teatro. Fatico a rendere il mio stato d’animo e cosa significhi pensare di essere un peso che porta solo negatività».

Lei dopo la richiesta di restare presidente disse «se tornerò sarà per gestire la cessione». È così?

«Non proprio. Non è la finalità con la quale ho accettato, ma certo se c’è un compratore con garanzie la porta è aperta. Il fatto è che i tempi della giustizia non mi aiutano ed è ovvio che se alla fine di questa stagione non ci saranno determinate novità, cedere sarà l’unica strada. Inoltre non intendo restare a dispetto dei santi e se non sono gradito, andrò. Me ne sono andato anche da casa mia a suo tempo».

Intanto alle porte c’è gennaio: le fa «paura» pensare al mercato?

«Stante la situazione il mercato andrà fatto con ciò che c’è a bilancio: non si spende. Ma detto questo, i miei giocatori non li cambierei. Dite che ho sbagliato il mercato di agosto, ma io in realtà penso ci sia ancora potenziale da esprimere. Casomai qualcuno che non trova spazio potrebbe andare a giocare».

E se arrivassero offerte per i big?

«Se sono big allora restano da noi. Non li ho dati ad agosto, non li do a gennaio. Tutti ora pensino a fare il loro e a onorare le loro responsabilità come io onoro le mie e ad arrivare a 45 punti il prima possibile».

C’è un caso imbarazzante: quello relativo al contratto di Bertagnoli...

«Lo considero importante, è un giocatore che mi piace ed eserciterò l’opzione di rinnovo. Questo è il segnale che gli do e spero che anche lui me lo dia intanto pensando solo al campo (e poi rendendosi disponibile a ritrattare il contratto: partita tutta da giocare, ndr...)

Domenica arriva la Reggina di Inzaghi che ha il dente avvelenato con lei e non manca di rimarcare quanto ancora soffra per il trattamento ricevuto qui...

«Penso che Pippo sia un buon allenatore, come non a caso sta dimostrando. Io gli rimproveravo di non credere abbastanza in se stesso e di avere più fiducia nei singoli che nella squadra. Poi quando a gennaio c’è stato il primo esonero, lui aveva pensato di essere stato reintegrato solo per la clausola. Invece io lo avevo tenuto perché lo ritenevo davvero il meglio di tutti quelli che avrei potuto prendere. Ma lui si era sentito sfiduciato e questo suo sentirsi così aveva fatto precipitare i rapporti. L’avevo sentito per congratularmi con lui quando andò alla Reggina, poi basta. Ma gli voglio bene».

Ma non pensa con lui di aver sbagliato molto?

«Io penso che di solito si sbaglia in due».

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