Brescia, Cellino ha rotto gli indugi: riscatta Borrelli e aggiunge Avella

Come quando fuori piove e invece dentro il Brescia torna a splendere il sole dopo giorni di cielo carico di nuvoloni. Alla fine Massimo Cellino ha rotto gli indugi e vinto ogni perplessità: ha riscattato Gennaro Borrelli. Dando sia una prova di forza da un punto di vista societario e mandando un segnale molto forte e preciso sull’esterno: è vero che si vuole fare sul serio.
Di più: in aggiunta a Borrelli ecco anche Michele Avella. Pure lui portato a casa (a una cifra simbolica, di poche migliaia di euro) dal Frosinone. Al terzo portiere, che durante la scorsa stagione aveva vestito anche i panni del primo e del secondo, ma che aveva saltato le ultime gare – relegato tra i non convocati – perché Cellino non concepisce che si convochino tre portieri, nessuno pensava più. Si credeva che il Brescia sarebbe in caso tornato su di lui in un secondo momento, qualora si fosse deciso di piazzare Andrenacci. Ma alla fine resterà anche Lorenzo e il Brescia, per la prima volta in epoca celliniana, avrà dunque un tris vero di portieri come da precisa richiesta di Rolando Maran. E anche questo, nel piccolo, può essere un segnale. Ma il piatto forte, ovviamente, è rappresentato dal riscatto di Borrelli. Costo dell’operazione: 3 milioni e 200.000 euro (più 600.000 euro di prestito) da pagare in tre anni e con un quadriennale per il giocatore da 350.000 euro a salire.
I conti
Un investimento vero e proprio effettuato alle condizioni pattuite col Frosinone l’estate scorsa. Quelle condizioni che Cellino aveva cercato di cambiare per ottenere un anno in più di spalmatura del pagamento, ottenendo un no come risposta. Nello stesso momento, il giocatore attuava la strategia della «rottura» non presentandosi alla visita medica (appuntamento saltato 4 volte), che Cellino riteneva necessaria per avere ulteriori elementi di valutazione. Un atteggiamento che aveva offeso il presidente che col giocatore aveva un rapporto diretto.
Da quel momento, Cellino era sempre stato per il no al riscatto e si era messo subito a cercare alternative all’altezza. Che non ha trovato, né dal punto di vista del valore del giocatore né dei costi. Ricerca vana sia in Italia che all’estero. Il no al riscatto è sempre rimasto tale fino a martedì pomeriggio, quando arrivato al dunque, Cellino ha messo tutti gli elementi sul tavolo. Dalla mancanza, come detto, di alternative ai pareri dei suoi consiglieri (in primi del ritrovato Castagnini che in questi giorni lavorerà più telefonicamente che in presenza) che dal giorno uno spigevano il presidente all’investimento. Ma Cellino, nella valutazioni, ha voluto inserire anche il parere dello spogliatoio. Ha chiamato alcuni senatori e ha chiesto loro come avrebbero reagito se il riscatto fosse stato fatto dopo quello che era stato il comportamento del compagno. I senatori si sono detti convinti del massimo impegno di Borrelli in caso di permanenza: in qualche modo hanno garantito per lui.
E così, con anche la voglia di dimostrare di non voler cedere alle impuntature di agenti e giocatori in modo da non creare precedenti, dopo un’ultima notte di riflessione, ieri il Brescia ha inviato la pec con la quale ha formalizzato il riscatto.
Ora tocca a Lorenzo Dickmann: con la Spal si sta trattando un pagamento di 160.000 euro in un’unica soluzione anziché di 250.000 in un triennio. Mancano solo dei dettagli, dei quali si sta occupando l’agente del giocatore che otterrà anche il rinnovo biennale più opzione per il terzo anno. Che bello, quando sul Brescia ricompare il sole.
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