Brescia, aggiusta la mira: col Venezia una sola rete nonostante il miglior indice di gol attesi

Avanti piano. Premessa necessaria: quest’incedere lento, se non corretto per tempo, non può portare da nessuna parte. Lo dicono i numeri: il Brescia, pur avendo messo in fila tre pareggi conditi da segnali di crescita più o meno generalizzati, è scivolato all’ultimo posto in classifica. Gli stessi numeri che portano però a galla un dato sorprendente: sabato a Venezia la squadra di Gastaldello ha fatto registrare un indice di gol attesi (fornito da Kama Sport) pari a 2.87. Il più alto di tutta la stagione. Nelle secche di questo attacco, tornato a bucare la porta malgrado i propri limiti macroscopici, era l’ultima novità che fosse lecito attendersi.
È l’ennesimo coniglio estratto dal cilindro di una squadra che è tutto fuorché dimessa o rassegnata. L’esatto opposto: le ultime gare testimoniano come i giocatori siano determinati a ribellarsi alla loro stessa natura, o più semplicemente alle troppe lacune di un organico che paga queste mancanze con la sterilità offensiva.
Mirino da ricalibrare
Il trend è in costante miglioramento, è innegabile. Prendiamo ad esempio la frequenza di occasioni: al Penzo il Brescia ha impiegato in media 3 minuti e 50 secondi di possesso per costruire una chance (il Venezia 8 e 28). Elaborando una media approssimativa dello spaccato di gare in questo 2023 senza Gastaldello, il dato scollina la soglia degli 11 minuti. Con «Gasta» precipita a 4. Nemmeno questo, però, è bastato a confezionare il primo successo del nuovo anno. Il perché è racchiuso in un numero: il 5.88 di percentuale realizzativa sul totale dei tiri. Poco più della metà dell’11.11% veneto. C’è una mira da aggiustare, e una freddezza sottoporta da allenare. Posto che sia possibile farlo. E soprattutto che ve ne sia il tempo.
Maggiore presenza in area
Le conclusioni totali del Brescia sono state 17 (eguagliato il miglior dato della gestione Gastaldello, registrato al debutto contro il Bari), quelle del Venezia 9. I biancazzurri ne hanno scoccate 14, quindi la stragrande maggioranza, dall’interno dell’area. Anche questo è un aspetto degno di rilievo: la squadra, al netto delle difficoltà di cui sopra, arriva con maggiore facilità in zona gol.
È un inequivocabile indice di pericolosità in rialzo. Non a caso, i palloni giocati nell’area avversaria sono stati 22, contro i 15 dei lagunari. Il Brescia è stato più intraprendente sotto ogni aspetto: nel possesso palla (51.37%), nel posizionale (baricentro medio di 55 metri, ben 10 in più del Venezia) e nel borsino di pericoli portati nel perimetro di competenza della controparte. Il prossimo step – non più derogabile – dev’essere riuscire a capitalizzare meglio questa mole. Magari imparando anche a sfruttare maggiormente le palle inattive: quello di Van de Looi è stato il terzo gol su corner di questo campionato. Senza una fluidità di gioco spumeggiante, pure questa variabile può risultare decisiva.
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