Calcio

Brescia 2025: distacco di Cellino, mercato e modulo i primi nodi

L’umore nero del presidente e il gap economico di cassa da colmare non portano a pensare a novità di rosa
Gennaro Borrelli è stato spettatore a Cremona: davanti alla giusta offerta può essere ceduto - © www.giornaledibrescia.it
Gennaro Borrelli è stato spettatore a Cremona: davanti alla giusta offerta può essere ceduto - © www.giornaledibrescia.it
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La grande e benedetta carica di Pierpaolo Bisoli è inversamente proporzionale all’umore nero di Massimo Cellino. Ed è su questa grande distanza emotiva, che si gioca lo sviluppo del 2025 del Brescia che oggi dopo uno stop di appena tre giorni e mezzo (nessuno in B ha effettuato un pit stop così breve) riprenderà ad allenarsi sui campi di Torbole Casaglia con la Sampdoria, da affontare il 12 gennaio, come focus.

Uno scontro diretto in chiave salvezza che tra l’altro sarà da affrontare senza gli squalificati Bisoli, Cistana e Olzer. Se quella ai blucerchiati sarà la prima, e oltretutto probante, sfida del nuovo anno, il resto fa tutto parte di un unico piatto. Perché gennaio non è soltanto il mese della ripartenza e del vero giro di boa nonostante il girone di ritorno sia già iniziato, ma è anche quello del mercato. E non si può non considerare che in classifica, alle spalle delle rondinelle ci sono squadre (la Samp stessa, il Frosinone, la Salernitana) che per caratura e/o disponibilità, hanno tutto sia per effettuare interventi migliorativi, sia per uscire dalle secche da un momento all’altro.

E lo stesso discorso vale chi è lì lì (un punto sopra) col Brescia, vale a dire il Palermo. Poi, sempre dietro o alla pari ci sono invece squadre (Cittadella, Südtirol, Cosenza) che sono abituate a fare le battaglie, e anche a vincerle, per non precipitare. Meglio, insomma, non farsi trovare impreparati a un campionato che entra nella fase da cambio marcia. È chiaro che prima di pensare a ciò che può (e deve) arrivare da fuori, il Brescia deve pensare a come migliorare con quello che ha.

Questo sta a Pierpaolo Bisoli che dopo aver dimostrato, e aver dimostrato a se stesso, che il gruppo lo segue, deve essere bravo a capitalizzare la scintilla di Cremona e i quattro pareggi consecutivi continuando a lavorare sull’identità della squadra alla quale va dato anche un minimo di gioco. E va anche capito, di conseguenza, quale deve essere lo spartito tattico da seguire. Si lavorerà sul classico assetto a quattro dietro, ma tanto passa - anche in chiave attacco - dalle scelte in mezzo. Centrocampo a due o a tre? Nel primo caso «avanzano» troppe mezze ali e ci si deve interrogare però anche su Verreth che «a due» perde molto del proprio potenziale e non è nelle condizioni di poter sfruttare le proprie caratteristiche. E poi, una o due punte?

Quesiti

Ogni domanda «si tiene» con l’altra. È un primo punto da chiarire. Dopodiché dovrebbero arrivare ragionamenti di mercato. E a oggi, modulo o non modulo, va detto di come non c’è il minimo sentore di un Brescia «movimentista» se non per inerzia. Nel senso che in rosa ci sono alcuni giocatori che sembrano «superati» dal nuovo corso e le cui quotazioni, a torto o ragione, erano in calo anche prima.

È il caso dei vari Paghera (che potrebbe interessare in LegaPro, anche a km zero), Bianchi o Bertagnoli. Se ci fossero per loro delle richieste, il Brescia aprirebbe le porte senza problemi cercando dei sostituti che senza spese folli potrebbero fare maggiormente al caso del nuovo allenatore il cui unico interlocutore è il diesse Renzo Castagnini dato che Massimo Cellino allo stato attuale si è preso una pausa «sine die» sia da una città dalla quale si sente sempre più respinto, sia dal suo club. E questo stato d’animo, certo non aiuta a pensare positivo. Anche perché la negatività di Cellino si incontra con le mancanze di cassa del club figlie dei mancati introiti da diritti televisivi e mutualità.

Voglia

È impensabile dunque che un presidente senza energie e senza voglia, metta mano alle risorse personali per questioni di mercato data anche una classifica certo corta, ma che non autorizza ora a pensare che ci sarà un rovesciamento improvviso d’orizzonte. Per trovare quindi i fondi che, mercato a parte, consentano di arrivare in fondo alla stagione, è aperta anche la strada a una cessione di Gennaro Borrelli, grande delusione della prima parte di stagione e costato un investimento di oltre 3 milioni.

Gennaro, che al di là del rendimento deficitario ha caratteristiche che pochi attaccanti in Italia hanno, può far comodo a club di A come terza o quarta punta oppure può essere utilizzato dalle stesse come merce di scambio, ma anche in B possono pensarci club come Pisa o Palermo. Può succedere tutto come può non succedere niente. In un senso o nell’altro, comunque sarà un gennaio molto tosto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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