Calcio

Brescia, è l’ora della tregua ma i nodi vanno sciolti presto

Risolvere la questione Inzaghi la priorità: arrivare all’1 luglio troppo rischioso Marroccu è in un limbo
Marroccu e Cellino a Monza prima della gara di regular season ad aprile - © www.giornaledibrescia.it
Marroccu e Cellino a Monza prima della gara di regular season ad aprile - © www.giornaledibrescia.it
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Mai una gioia, ma almeno qualche ora di «tregua» sì. Dall’eliminazione dai play off (solo sei giorni fa, ma sembra siano già passati 6 mesi) è stato un susseguirsi di cronache di ribaltoni con l’area tecnica a dir poco sottosopra e che allo stato attuale vede nei suoi ranghi oltre al team manager soltanto un allenatore (col suo staff), Pippo Inzaghi, tornato «titolare».

Questo non con una volontà di sbocchi sul futuro, ma solo perché con lui è in atto una sfida legale: a tutti gli effetti però, oggi l’allenatore del Brescia è lui. Ma questo non è un punto di partenza. È semplicemente un fatto che per ora non ha un contesto. Andrà però costruito velocemente visto che i tempi sono più ristretti che mai. E da questa situazione bisognerà pur uscire. Intanto va registrato un passaggio su Francesco Marroccu, il diesse uscente, ma non ancora congedato.

«È un nostro dipendente tesserato, dopo l’eliminazione dai play off si è preso 10 giorni di tempo, il suo rapporto verrà discusso nelle prossime settimane» ha puntualizzato Massimo Cellino in un comunicato. Di fatto Marroccu, che intende non proseguire il rapporto col club e che vorrebbe recedere dal suo contratto prima del 30 giugno, è sospeso in un limbo che potrebbe anche costargli la poltrona di diesse all’Hellas che ieri ha congedato ufficialmente Tony d’Amico. Se il Verona, stante lo stallo, dovesse cambiare mira rispetto a Marroccu, la sostanza probabilente non cambierebbe: il dirigente lascerebbe. A riprova che non è l’opportunità col Verona il motivo che lo ha fatto propendere per l’addio, bensì l’aver constatato che non ci sono i presupposti per continuare qui.

Rebus

Il presidente ha comunque capito che margini molto probabilmente non ce ne sono e «radio addetti ai lavori» segnala mediatori al lavoro che sarebbero alla ricerca di un sostituto. Al quale, chicchessia (dal «grande vecchio» alla Foschi al profilo emergente), dovrà essere chiaro che tra le sue mansioni, non ci sarà quella di dover scegliere il nuovo allenatore che sarà Clotet con l’ormai braccio destro Gastaldello. Ma certo, il nodo Inzaghi non potrà tardare troppo a venire al pettine. Se il tecnico non dovesse trovare una squadra (sempre che non intenda davvero ripartire da qui pur senza fiducia) e quindi non cercare una risoluzione anticipata, le cose si complicherebbero rischiando di protrarsi fino all’1 luglio, data d’inizio della nuova stagione e quindi di nuove classifiche azzerate.

A quel punto (sempre che poi Cellino non scelga di iniziare nonostante tutto con Inzaghi), con tutti a zero prima dell’inizio del campionato, il Brescia non sarebbe ottavo e un esonero non consentirebbe di poter fare appello alla clausola «anti cacciata». Arrivando fin là il Brescia non sarebbe ottavo, certo: ma nemmeno in altre zone diverse da quelle del pericolo di compromettere fin dagli albori la stagione.

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