Bianchi incassa la fiducia: il Brescia vuole anche i suoi gol
Per il Brescia è cominciata una settimana che potrebbe produrre la prima vera sgasata sul mercato. Da oggi torna operativo il diesse Castagnini. In agenda c’è un contatto con l’omologo della Ternana Capozucca per definire l’operazione Corrado: trattativa avanzata, non ancora chiusa. Castagnini lavorerà gomito a gomito con Massimo Cellino per andare a dama in breve tempo, e parallelamente studia le alternative per cautelarsi.
In attacco
I ragionamenti del management riguardano anche i calciatori già in rosa. Rispetto a qualche settimana fa, sembra essersi delineata la situazione di Bianchi. Niente venti d’addio all’orizzonte. Flavio vuole restare a Brescia, e il Brescia immagina ancora un futuro con lui. Non per costrizione, questo è l’aspetto più rilevante. Perché gli apprezzamenti per l’ex Genoa non mancano. Si sono rimaterializzati un po’ alla spicciolata. Sul ritorno di fiamma del San Gallo, che tentò l’affondo anche un anno fa, s’è abbattuta la secchiata d’acqua di questa unità d’intenti. Ma pure Modena e Bari hanno sondato il terreno nelle ultime settimane. Il portone è chiuso a doppia mandata. Questa la fotografia al 18 giugno.
Premessa doverosa, perché le vie del mercato sono infinite e le sorprese sempre dietro l’angolo. Ma il solco tracciato ancor prima che la sessione estiva apra i battenti è netto e profondo, ha argini solidi. Tanto che a lanciare la prima esca è stato proprio il Brescia, senza attendere sollecitazioni dall’entourage. Il messaggio recapitato è stato pressappoco questo: il giocatore resta, e la fiducia in lui è immutata. Un invito a nozze per Flavio, che non aspettava altro. Sperava in una presa di posizione rapida della società. Una stretta di mano virtuale che dissipasse la bruma di dubbi sulla sua centralità nel progetto tecnico. Dubbi comunque legittimi: in due stagioni e mezzo, il nove del Brescia ha raggranellato undici gol. Troppo pochi per un attaccante. Il dato di partenza è questo. Ma fermarsi alla superficie senza rompere la crosta sarebbe ingiusto.
Trasformazione
Al di sotto c’è ad esempio la trasformazione tattica con Maran, che l’ha allontanato dalla porta per farne una pedina di raccordo tra il centrocampo e il centravanti. Un cambiamento che Flavio ha accolto, adeguandosi a nuovi dettami con sacrificio. E pure con discreti risultati. Chiudendo però a quattro reti in serie B, le stesse dell’anno precedente, il primo vissuto per intero in biancazzurro dopo la mezza stagione d’esordio nel 2021/2022. Nella quale tenne peraltro la sua miglior media realizzativa a Brescia (un gol ogni 148’, addirittura ogni 51’ nei play off).
Ecco, per la prossima si può ipotizzare una sorta di ritorno alle origini in senso gerarchico. Oggi come allora, Bianchi parte - sulla carta - come alternativa in attacco: riscattato Borrelli, s’inseguirà un altro colpo per completare il reparto (tutte le piste conducono all’estero). Il tutto in attesa di approfondire la conoscenza dell’incognita Buhagiar, che occuperà idealmente la casella lasciata libera da Ferro, destinato al prestito a Lumezzane. Condizioni opposte a quelle delle ultime due stagioni, che Flavio approcciò con i galloni di titolare. Questo significa essenzialmente due cose: meno pressioni, ma anche un’arrampicata più impervia rispetto all’apparente comodità delle ultime estati. Approfittare della prima e scavare dentro di sé per ovviare alle difficoltà della seconda: oggi la missione di Bianchi è questa. Per ripagare la fiducia, si può cominciare da qui.
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