A Torbole rubato il portafoglio all’allenatore del Brescia Rolando Maran

Una brutta avventura - che si è risolta con l’individuazione e la denuncia dell’autore del furto e il prezzo di un prelievo bancomat appena fatto - che tuttavia si lega in qualche modo a una nuova problematica legata al centro sportivo di Torbole Casaglia dopo le grane giudiziarie affrontate, e superate, relativamente all’acquisto del terreno sul quale la struttura sorge.
Il malcapitato della disavventura che risale a tre giorni fa è l’allenatore del Brescia Rolando Maran al quale è stato sottratto il portafoglio da dentro lo spogliatoio mentre stava dirigendo l’allenamento. Portafoglio che, svuotato delle banconote, è stato poi ritrovato nel parcheggio del centro sportivo. Che è dotato di un impianto di videosorveglianza: è stato pertanto facile individuare l’autore della malefatta contro cui Maran ha sporto regolare denuncia.
Ma come è possibile che un esterno si sia potuto introdurre nello spogliatoio di una struttura che ha (quasi) sempre il cancello d’accesso sbarrato? Nei giorni scorsi, quel cancello è regolarmente rimasto spalancato perché sono in corso, sulla spianata del parcheggio, dei lavori per la costruzione di una grande aiuola spartitraffico.
Lavori obbligatori, che comportano via vai di persone estranee al Brescia, perché l’area destinata alle auto, che è di fronte alla zona spogliatoi e palestra, è stata catalogata come ad uso pubblico. E quindi fruibile a tutti gli effetti anche agli esterni: per questo va adeguata. E come mai l’area di parcheggio di un centro privato è a uso pubblico? Perché il primo progetto di costruzione della struttura prevedeva che dove ci sono gli spogliatoi della prima squadra ci dovessero essere quelli delle giovanili. Pertanto, l’area di parcheggio sarebbe originariamente dovuta servire per eventuali spettatori delle partite dei ragazzi.
La causa che poi venne intentata al Brescia e che bloccò parte della costruzione del centro sportivo, fece poi modificare i piani e rivedere la logistica della costruzione. Nel frattempo però la burocrazia ha fatto e fa il suo corso e ci si attiene alle vecchie «denominazioni». Sta di fatto che ad oggi stando così le cose, quel che si pone è sia un problema di privacy sia di sicurezza. Si sta a ogni modo cercando di trovare una soluzione risolvendo burocraticamente la questione.
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