Rovato Vertovese, si va avanti a porte chiuse

Il Rovato Vertovese giocherà a porte chiuse anche questa domenica, contro il Tuttocuoio, e quasi certamente fino alla fine di novembre o all’inizio di dicembre. Ipotesi ottimistica: la prima in casa col pubblico potrebbe essere il 30 novembre contro il Cittadella Vis Modena oppure la domenica successiva, 7 dicembre, contro il Sasso Marconi, facendo salire il contatore delle sfide a porte chiuse a sei totali (vanno messe in conto anche quelle già giocate, in Coppa col Crema 1908 a fine agosto e in campionato col Piacenza il 24 settembre). Ipotesi pessimistica: se ne riparla nel 2026.
Già, ma cosa manca esattamente? Di fatto una dichiarazione di agibilità che arriva dalla Commissione Spettacoli, che prende in esame certificazioni di Vigili del Fuoco, Ats e dell’Ufficio Tecnico del comune di Rovato. Una deroga in vista di lavori che lo stesso comune ha messo in cantiere, per sistemare la tribuna (attualmente di poco meno di 500 posti a sedere), volti a separare, ad esempio, tifosi ospiti e tifosi locali, ma che cubano 300mila euro e che non sono in previsione comunque prima dell’anno nuovo.
Perché è servito tutto questo tempo?
L’altra domanda sensata è la seguente: se il Rovato Vertovese è salito in D a fine marzo, perché si è atteso tanto per avere questa certificazione? Simone Giovanni Agnelli, assessore allo Sport del comune di Rovato, spiega che il qui pro quo è partito dalla Lnd. «A maggio ci hanno chiesto un progetto per la nuova tribuna, che abbiamo realizzato a tempo record – spiega – poi soltanto a Ferragosto ci è stato risposto che avevano richiesto un altro documento che, in attesa delle valutazioni della Commissione Spettacoli, di fatto impegnasse il comune a dare l’agibilità: francamente non ce la siamo sentiti di prenderci questa responsabilità, che abbiamo considerato troppo gravosa. Preciso che non servono lavori ma certificazioni che vanno rifatte dopo sopralluoghi: l’impianto elettrico, ad esempio, risale al 1997 e le normative sono nel frattempo state aggiornate. In compenso abbiamo cercato di serrare le fila per riunire la Commissione: i tempi tecnici ci portano a fine novembre o inizio dicembre, anche se speriamo di poter accelerare. Fino ad allora, l’unica soluzione sono le porte chiuse».
La società
E la società come si è mossa nel frattempo? «Vogliamo lasciare da parte le polemiche, perché finalmente vediamo uno spiraglio – spiega il presidente Francesco Guarino –. Abbiamo preso in esame la possibilità di giocare in altri stadi, perché scendere in campo a porte chiuse crea disagio a noi, ai nostri atleti e a tutto il movimento dilettantistico, col quale ci scusiamo. A Palazzolo abbiamo giocato contro la Pistoiese ma alla lunga il costo dell’affitto è difficilmente sostenibile. Ad Adro il manto di gioco è molto rovinato, mentre Molinetto e Grumello erano opzioni poi tramontate perché c’è il rischio di sollecitare e rovinare quei due campi. Giocheremo a porte chiuse fino a che dovremo farlo, sperando di avere presto buone notizie».
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