Coppa Italia, il Ciliverghe sogna il bis per emulare il Salò del 2004

Vent’anni fa fu l’unica bresciana che riuscì a vincere due volte il trofeo regionale, traguardo raggiunto anche dal Cast Brescia l'anno scorso
Il Ciliverghe punta alla Coppa Italia d'Eccellenza lombarda - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
Il Ciliverghe punta alla Coppa Italia d'Eccellenza lombarda - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
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Non c’è soltanto una missione, per così dire, provinciale: tenere la Coppa Italia d’Eccellenza lombarda dentro i confini bresciani, dove è arrivata - grazie proprio al Ciliverghe - nel 2022 e dalla quale non è ancora uscita. Detto che il tris di successi di fila renderebbe grande Brescia agli occhi della regione, c’è un bis che invece riguarda il Ciliverghe. Soltanto un’altra bresciana, infatti, il Salò, è riuscita a conquistare due volte il trofeo: accadde nel 1999 e poi nel 2004. Assieme a Colognese e Inveruno sono tre le squadre che hanno centrato il doppio successo. Ed ecco allora che il bis, per il Ciliverghe, presuppone un poker. Entrare cioè nel novero delle quattro grandissime.

Chi c'era

Cristian Quarenghi, nel 2004, era a Salò e due anni dopo arrivò a Ciliverghe. Da lui arriva l’in bocca al lupo e la spinta per vincere. «Ricordo le emozioni di quella finale. Vincemmo 2-1 con lo Sporting San Donato a Verdello, in mezzo a una tormenta di neve: è un ricordo fortissimo perché segnai uno dei due gol, l’altro invece fu di Cazzamalli. Peraltro quel 2004 fu un anno storico: riuscimmo a vincere il titolo nazionale a Roma e il campionato».

Cristian Quarenghi con la maglia del Ciliverghe - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Cristian Quarenghi con la maglia del Ciliverghe - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it

Un traguardo raggiunto, dopo il Salò esattamente 20 anni fa, soltanto dal Cast Brescia l’anno scorso. Ed ecco allora che record «chiama» record. «I primati sono fatti per essere eguagliati o battuti - sottolinea Quarenghi -. È un modo di dire ma è anche la verità. E sarei molto contento se fosse il Ciliverghe a raggiungere quel Salò: serve consapevolezza. Noi nel 2004 eravamo convinti di essere più forti. E in effetti in quella squadra tanti ragazzi trovarono poi la strada della serie C e del professionismo. A Ciliverghe trovai una società sana e positivamente ambiziosa: non mi ha sorpreso il loro volo in serie D, dove hanno vinto anche i play off, perché già all’epoca si stavano ponendo le basi. E allora, avendo bei ricordi, non posso che augurare loro il successo. Mi pare abbiano un buon rapporto con la Coppa: l’hanno vinta nel 2022, ora sono in finale e nel 2023 sono usciti per mano di chi (il Cast Brescia, ndr) ha poi vinto anche a livello nazionale». A proposito, questo Ciliverghe può fare lo stesso cammino del Salò oltre la fase lombarda? «Due anni fa si sono fermati in semifinale, in fondo si tratta di passare quattro turni, non dieci: tutto è possibile».

Le curiosità

Tra le curiosità, il fatto che sia un Ciliverghe nuovo rispetto al 2022: nessuno dei titolari della finale di due anni fa è oggi in rosa. Un occhio all’albo d’oro serve invece a studiare da vicino il feeling della nostra provincia con questa competizione. Vinta due volte a livello nazionale (Salò 2004, come si diceva, e Cast 2023), in regione Brescia l’ha conquistata sette volte. Cinque invece le finali perse, anche se la prima (protagonista l’Orceana nel 1993) era organizzata con la formula del triangolare. L’ultimo ko in finale regionale risale al 2009, col Palazzolo battuto dal Cantù: meglio lasciare la polvere del tempo su quel brutto ricordo…

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