Cesari: «È stato duro lasciare, il Brescia mi manca tantissimo»

Il 2021 ha chiuso un’era per il calcio femminile bresciano. Dopo ben 36 anni, Giuseppe Cesari ha infatti deciso di abbandonare la sua creatura riponendola nelle mani di Clara Gorno, che a fine aprile è diventata la nuova presidente. Per colui che rimane comunque presidente onorario della società, è stata una scelta dolorosa. «Ci ho pensato a lungo, ma non me la sentivo più di proseguire. Se mi manca il Brescia? Moltissimo, non lo nego, ma era venuto il tempo di staccare. Ci sono gli impegni lavorativi, l’assistenza ai miei genitori, e poi l’impegno richiedeva tempo e fatica. Mi spiace soltanto di non essere stato aiutato nel momento in cui si erano create le condizioni per un vero sviluppo del calcio femminile in Italia».

Il Brescia è in piena corsa per tentare il salto verso quella serie A che Cesari ha frequentato per moltissimi anni cogliendo risultati straordinari: «Mi spiace siano state lasciate partire giocatrici come Saggion e Pellegrinelli, che avrebbero fatto molto comodo in quest’ottica, e forse la rosa dovrebbe essere completata con un difensore centrale in più. Ma il secondo posto occupato sinora è senz’altro un risultato di assoluto valore».

Come vede la prossima serie A a dieci squadre? «Secondo me è ancora troppo presto per una riforma del genere in Italia. E poi non credo abbia molto senso che le società si dotino di una struttura di un certo tipo se poi si giocano solo 18 partite a stagione». I tempi sono comunque molto cambiati rispetto ai suoi: «In effetti basta solo confrontare i premi riservati a chi si qualifica ad un turno di Champions, come è accaduto alla Juventus, rispetto a chi come il Brescia era approdato ai quarti solo qualche anno fa. Non c’è paragone che tenga».

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