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Brescia, l’allenatore non prima del 20 giugno

Abbandonato il piano Baldini, ora la scelta dipende dal ripescaggio o meno
Renzo Castagnini - New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Renzo Castagnini - New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Fatto il direttore sportivo, l’allenatore può attendere. Il Brescia ha deciso di non farsi fretta e di attendere sviluppi dalle aule di tribunale, sul doppio fronte Reggina e - ora - soprattutto Sampdoria visto che il closing con Radrizzani è ancora lontano causa mancata accettazione del suo piano da parte di molti creditori con il tempo che stringe.

Insomma, il Brescia spera sempre più di ritrovare la B a tavolino. Visto che la situazione è molto fluida e potrebbe essere tutto come niente, la linea concordata da Cellino con Renzo Castagnini è quella del non avere fretta nella scelta del tecnico. Sarebbe stato diverso solo se si fosse riusciti a «planare» sul piano A, ovvero Silvio Baldini che però - pur non avendo detto no - dalle prime chiacchierate informali, ha già fatto emergere troppi dubbi.

Strappare eventualmente un sì forzato, non sarebbe il miglior modo per cominciare in un contesto molto delicato anche in rapporto con la personalità particolare del tecnico di Carrara. Si è dunque deciso di non andare oltre.

E di attendere di sapere se sarà effettivamente serie C o B. Se sarà serie C si andrà sul profilo di un tecnico che possibilmente abbia già vinto un campionato (i Tesser, i Caserta e non sono da escludere chiacchierate con gli Javorcic e i Diana...) perché sarebbe un Brescia «a vincere»; se sarà serie B si potrebbero fare altre valutazioni.

Poi, mentre alcuni tecnici potrebbero accettare indipendentemente dalla categoria, altri potrebbero essere interessati solo in caso di serie B. E in caso di serie B la platea dei papabili potrebbe anche allargarsi. Per questo si preferisce lasciare la questione panchina momentaneamente in stand by: non si vuole sbagliare la scelta e anche per questo le motivazioni di coloro che saranno contattati verranno misurate a fondo.

Castagnini, che ieri mattina ha visitato il centro sportivo di Torbole Casaglia che non esisteva alla sua prima volta al Brescia, è tornato a casa e si muoverà dalla Toscana facendo la spola per vedere vari allenatori. Degli incontri relazionerà poi a Cellino - che ora staccherà la spina una decina di giorni, sempre nella famosa attesa del «verdetto» sulla categoria - che pare non abbia posto paletti di ordine tattico (ad esempio è nota l’avversione del presidente del Brescia per la difesa a tre) rispetto al modulo di riferimento che un allenatore adotta. Nel frattempo iniziano anche i primi ragionamenti sulla rosa.

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