Brescia, c’è un tris che non cambia il quinto posto: spareggio col Perugia

Appuntamento a sabato, a Mompiano, ore 18 per Brescia-Perugia. Turno preliminare di play off, dentro o fuori. Ed è tutto ciò che c’è da sapere, è tutto ciò a cui bisogna pensare all’alba dell’inizio del campionato della post season, alla disperata ricerca del terzo posto sotto il sole della serie A dove già si stanno scottando di felicità Lecce e soprattutto Cremonese che alla fine, nel «patire e mai morire» che è stata la regular season, hanno tagliato il traguardo più ambito in una trentottesima giornata che è stata in linea con tutto il resto del campionato. Ribaltoni fino all’ultimo: con lo psicodramma del Monza che ha chiuso quarto battuto da quel Perugia che a 5’ dalla fine era fuori dai play off da dove invece ha estromesso il Frosinone.
Cliente più carico di così non ci sarebbe potuto essere per il Brescia che ieri sperava di migliorare il suo quinto posto: solo che stavolta, se la squadra di Corini ha fatto (e bene) la propria parte con la Reggina, i risultati dagli altri campi non sono arrivati in soccorso. Di jolly d’altronde ne erano già stati bruciati parecchi (e sforziamoci anche di non pensare che se a Cittadella fosse arrivata una vittoria sarebbe stata promozione...). Mettiamola così: la regular season non poteva che terminare con un ultimo rammarico.
Finire bene per iniziare bene
Ma ieri, visto che il piazzamento finale sarebbe anche potuto peggiorare, onestamente contava di più finire bene per iniziare bene. È una regola non scritta del calcio che il Brescia ha trovato il modo di applicare trasformandola in un tris secco sulla ruota di una Reggina che - regola nelle mille eccezioni registrate lungo tutto il torneo - è stata per una volta in linea con le aspettative di una squadra priva degli stimoli minimi e con ben altri pensieri nella testa dopo l’arresto di patròn Gallo. Mettiamoci poi i Primavera, il portiere esordiente in B e il contesto è subito fatto.
Ciò non toglie che il Brescia non ha sbagliato l’interpretazione della partita alla quale Corini, che forse dopo le ultime due uscite aveva rivisto i fantasmi del Lecce della passata stagione, ha dato tutti i crismi di un appuntamento da circoletto rosso: perché dopo i flop con Spal e Cittadella, in ballo c’era la «credibilità» nei confronti di se stessi ancor prima che dell’ambiente. Ed è così che la scelta di schierare la miglior squadra possibile, compresi tutti i diffidati (scelta non banale, ma vincente: non solo ne sono usciti tutti puliti, ma sono anche stati decisivi), si spiega. Ed è così anche che si spiega la scelta aggiuntiva di schierare una squadra a «maxi» trazione anteriore non solo con un baricentro altissimo, ma anche con in campo contemporaneamente e dal primo minuto Lèris (da mezz’ala), Tramoni (trequartista), Moreo e Palacio. Un Brescia più offensivo di così, non si sarebbe potuto. E ce n’era bisogno.
Corini, che per primo s’è preso dei rischi, ha chiesto ai suoi giocatori di seguire il suo esempio e fare altrettanto ed è stato ripagato da una prova di sostanza (pur al netto, ripetiamo, della morbidezza dell’avversaria) con indicazioni incoraggianti a partire dai tre gol fatti a sbloccare un attacco che era diventato asfittico, nonché croce e delizia di tutta la stagione, per arrivare agli zero subiti a dare conforto dopo gli ultimi scivoloni. Da qualche parte bisognava ripartire e si è ripartiti dalla parte giusta: a un campionato buttato, si può ancora riuscire ad imprimere una certa direzione...
Il clou
Quella che ieri al match ha provveduto a dare, passata la mezz’ora, Van de Looi con un mancinaccio da fuori: bella l’iniziativa, chiamando palla da Sabelli, altrettanto la conclusione e certamente molto meno l’intervento del debuttante tra i pali Aglietti. Un gol come una liberazione anche dalla fatica per arrivare a segnarlo dopo un dominio senza se e senza ma, però sterile. Il bis, a ripresa appena iniziata e a firma del vice cannonierie di stagione, Mattéo Tramoni: tocco di punta su bell’assist di Palacio (catalizzatore di palloni come nessuno) da azione iniziata da un Léris più intraprendente del consueto.
A gara ormai in ghiaccio tutta l’attenzione è andata sugli altri campi, stavolta avari di buone nuove. Mentre Cistana sugli sviluppi del tredicesimo angolo di serata provvedeva al tris di coscia con in mezzo una spizzata di Moreo. Servirà tutto questo e anche di più contro un Perugia che arriva di rincorsa. Servirà anche il risveglio dell’anima di una città e una provincia da un milione di abitanti ieri rappresentate da 3.742 valorosi. Crederci ora non deve essere più un atto dovuto, ma voluto.
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