Germani al bacio, adesso serve un finale da grande storia

Peppe Poeta lo ripete ogni settimana da inizio stagione: la leggerezza è una delle migliori armi della sua Germani. Anche in sede di conferenza stampa di presentazione della gara vinta comodamente sabato sera, al PalaLeonessa, contro Scafati (86-72), non voleva sentir parlare di quella gara come della prima di un ciclo di quattro – sulla carta non impossibili – da vincere per tenere salda (almeno) la terza posizione in classifica. Il successo sui campani, in realtà piuttosto allo sbando, ha dato alla Pallacanestro Brescia l’aritmetica certezza di disputare i play off. La sicurezza era in realtà arrivata ben prima della sirena del match di via Caprera. Le condizioni si erano infatti già create grazie al ko di Tortona a Treviso.
Prima «doppia»
Il raggiungimento della post season a tre, anzi quattro gare dal termine non è poco. Brescia, da quando è tornata in serie A, si gioca gli spareggi scudetto per la quarta volta. È la prima che i biancoblù ottengono i play off in due annate consecutive. Alla grande «run» del 2017-2018 (eliminazione in semifinale per mano dell’Olimpia Milano) non seguì una stagione altrettanto felice. Dopo la prima annata di Magro (2021-2022, out ai quarti contro la Dinamo Sassari) ecco quella della storica Coppa Italia vinta, che terminò però con la sconfitta di Scafati, che non permise a Moss e compagni di giocare nella fase a eliminazione diretta.
Inizia il bello
Bene così, dunque. Anzi, benissimo. Il traguardo è ultra-meritato. La squadra è stata costruita con attenzione, immaginando un gruppo in cui i singoli potessero esprimersi al meglio, circostanza che fin qui ha compensato il fatto che il roster stesso fosse piuttosto corto. Gigantesco merito agli atleti – tutti –, gigantesco merito all’allenatore, che ha dato loro un’identità di gruppo, ha compiuto scelte corrette e ha creato un ecosistema brillante, efficace, funzionale, e in cui ciascuno lavora con piacere. La famosa leggerezza di cui sopra ne fa parte. Resta il fato che non è il momento di abbassare la guardia. Adesso, paradossalmente, può iniziare il bello. Lo si è detto e scritto mille volte: altre tre vittorie e si chiude almeno terzi, altre tre vittorie e l’Olimpia Milano resta alle spalle di Della Valle e compagni, altre tre vittorie (e occhio a Trapani che deve ancora sfidare proprio Milano e la Virtus Bologna) e si potrebbe disegnare una griglia play off interessante, se non altro perché diversa dal solito.
Prossimi impegni
Domenica arriva Reggio Emilia. Poi la Germani andrà a Sassari per sfidare la Dinamo. Infine, ospiterà Treviso. Tre vittorie e Brescia potrebbe pure dire di aver superato il record di successi in regular season, che è a quota 21 (furono ottenuti nel 2021-2022 e nel 2023-2024). Buona parte del gruppo chiamato a fare tris di vittorie, tra l’altro, verosimilmente formerà lo zoccolo duro della squadra del prossimo anno. Tutti stanno meritando e nessuno, in questo momento, corre il rischio di cadere troppo nella tentazione di venire distratto dalle fisiologiche sirene di mercato che chiamano verso la prossima stagione.

Passando dai singoli al contesto del club, senza alimentare chissà quali sogni di gloria, il gruppo che può scrivere una pagina davvero storica della pallacanestro a Brescia è proprio questo. Che ha iniziato senza avere la luce dei riflettori puntata addosso. Che, in estate, aveva perso due italiani di valore come Petrucelli e Akele. Che non ha certo un’età media bassa. Ma che, adesso, ha la chance di aver successo proprio nella fase in cui la squadra dello scorso anno – in testa alla classifica per settimane e settimane, nonché molto ben attrezzata – si era ritrovata gambe all’aria, dopo la sciagurata sconfitta di Cremona (20 aprile, 84-77 al PalaRadi). Il passo falso che aveva condannato Brescia a stare di nuovo alle spalle delle due big di Eurolega, che si sarebbero giocate l’ennesima finale scudetto.
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