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Sergio Scariolo non sarà più allenatore della Spagna: si chiude un’era

L’addio del bresciano alla Nazionale iberica dopo anni di successi in panchina. Ma l’inizio fu complicato
L'omaggio a Sergio Scariolo
L'omaggio a Sergio Scariolo
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Applausi scoscianti in sala stampa al termine della conferenza post Grecia-Spagna. Standing ovation da parte di giocatori, dirigenti e staff della nazionale iberica alla sua uscita di scena. Non avrebbe potuto concludersi in altro modo l’incredibile avventura di Sergio Scariolo sulla panchina della Spagna.

Il tecnico bresciano lascia da allenatore più vincente della storia del basket spagnolo e da assoluta leggenda della pallacanestro internazionale. La sconfitta subita per mano della Grecia (90-86) nell’ultima giornata del girone C ha sancito l’eliminazione da campione in carica dall’Europeo e il quintetto non è riuscito a raggiungere la fase ad eliminazione diretta per la prima volta dal 1977.

Una delusione cocente per la terza nazionale più medagliata della storia di Eurobasket, ma che era nell’aria dopo i ko incassati contro Georgia e Italia. Soprattutto ne erano ben consci sia la federazione iberica sia lo stesso ct Scariolo, che in quest’ultimo biennio hanno scelto di dare il via a un ricambio generazionale tanto necessario quanto coraggioso. L’ultimo risultato chiaramente non toglie nulla al percorso fatto dal tecnico bresciano che ha guidato le «furie rosse» dal 2009 al 2012 e dal 2015 al 2025 mettendo in bacheca 8 medaglie in 12 partecipazioni a manifestazioni internazionali.

Giusto per avere delle proporzioni la nazionale spagnola, escludendo l’era Scariolo, ha vinto un totale di 12 medaglie senza mai riuscire a salire sul gradino più alto del podio all’Europeo (6 argenti e 3 bronzi). Ci è riuscita eccome, invece, con «Don Sergio» al timone trionfando ben 4 volte ad Eurobasket: 2009, 2011, 2015 e 2022 aggiungendo anche un bronzo nel 2017. Se non bastasse, nel curriculum internazionale del 64enne cresciuto in piazzale Cesare Battisti ci sono anche un oro mondiale (in Cina nel 2019), un argento Olimpico (a Londra nel 2012) e un bronzo Olimpico (a Rio de Janeiro nel 2016).

Gli inizi

Ora Scariolo è osannato, ma l’inizio dell’avventura non fu così semplice come potrebbe sembrare. Nel 2009 quando la federazione iberica decise di affidare la nazionale per la prima volta nella propria storia ad un allenatore straniero, le polemiche e le critiche furono incessanti nonostante Scariolo allenasse in Liga ACB già da 11 stagioni. A fugare ogni dubbio furono i risultati immediati figli di una non banale capacità di far convivere dei campioni assoluti all’interno di un contesto di squadra.

Il tecnico ha sì potuto disporre di talenti cristallini come Juan Carlos Navarro, i fratelli Gasol, Llull, Rodriguez e tanti altri, ma ha anche trovato il modo di farli confluire all’unisono verso i risultati come probabilmente mai nessuno nella storia, almeno con questa continuità. Furono proprio i senatori di quella generazione di fenomeni a chiedere il suo ritorno a gran voce nel 2015 dopo 3 deludenti estati sotto la guida di Orenga. Un testamento cestistico chiaro e limpido per Scariolo che non solo ha lasciato un segno indelebile nella pallacanestro internazionale, ma nel farlo ha anche cambiato per sempre il modo di interpretare il ruolo di ct nella pallacanestro.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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