L’invasione dei tifosi, la festa, l’abbraccio Ferrari-Santoro

Tante belle cartoline dalla riviera adriatica. Dove la Germani ha comunque vinto, anche se non ha vinto. In primo luogo con la spedizione «in massa» di tutti i membri degli uffici della società. La macchina organizzativa è stata di respiro internazionale. E se è vero che lo sport non è solo campo, ma anche dettagli «extra», la Pallacanestro Brescia ha dato un bell’esempio. A partire dall’organizzazione logistica fino alla comunicazione dell’ufficio preposto che, anche dalla base operativa dell’Hotel Kursaal di Cattolica (la squadra alloggiava al Baia Flaminia Resort di Pesaro), ha proposto dirette Facebook da uno studio allestito nei pressi della reception. Poi, l’animata «Casa Brescia» all’interno della Vitrifrigo Arena.
Un bel lavoro, di carattere inclusivo, che inquadra un club che sta veramente cercando di muoversi in modo innovativo e creativo, seguendo il claim #DreamBig, sognare in grande. Brescia ha vinto anche con il tifo. Già caldo nel quarto di finale contro Trento (ma era di mercoledì sera, il match iniziava alle 20.45, non esattamente il top per chi si sveglia presto la mattina dopo), è diventato fantastico durante il duello con l’Olimpia Milano di sabato. Gli Irriducibili in prima fila, con la trasferta organizzata, ma pure i numerosi bresciani che hanno deciso di viaggiare in autonomia, magari sperando di abbinare alla Final Eight anche una bella cena alla marchigiana e un po’ di clima di mare. Per la prima, è immaginabile che sia andato tutto bene. Circa il meteo, la Riviera adriatica ha invece regalato per una settimana un bel po’ di freddo, tanto vento, qualche raggio di sole e pure un po’ di pioggia. Peccato...
Ultima diapositiva sul tifo: lo storico patron Matteo Bonetti che sbandiera insieme agli Irriducibili. Per Brescia-Trento si è visto il doppio ex Maurizio Buscaglia. Gentile e di classe come lo si è conosciuto qui, ha comunque preferito non parlare ai giornalisti della nostra città. Giusto, intenso e sentito il tributo all’ex general manager della Germani Sandro Santoro, portato a braccetto da Mauro Ferrari sotto la curva degli Irriducibili prima della gara di sabato: tanti cori e applausi per un dirigente che da queste parti ha fatto la storia. «Respirare quest’aria mi ha emozionato - racconta -. Mi ha toccato nel cuore il calore degli Irriducibili. Poi ho rivisto Mauro, Graziella Bragaglio, Matteo Bonetti e tanti sponsor. Sento di aver lasciato una traccia, che non si cancella. Era stato costruito qualcosa di bello con lo sforzo di tutti: società, proprietà, giocatori, staff, tifosi... In questo momento, tutto questo ha un sapore dolce». Il rapporto con Mauro Ferrari? «C’è - commenta Santoro -, rimanere freddi gli uni con gli altri non serve a nessuno».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
