Germani, oggi la risonanza di Ndour: zero ottimismo

La parola che Maurice Ndour avrebbe usato per descrivere ciò che gli è accaduto quando mancavano 50 secondi alla fine del terzo quarto è «pop». Non il genere musicale, ma il suono che fa il muscolo quando lo si sente tirare così tanto che pare scoppiare. Pop: mai musica è stata più sinistra.

L’infortunio

In casa Germani si farà il possibile per sondare anche la più remota delle ipotesi. Se si potesse, si farebbe di tutto per far giocare ancora, in questa stagione l’ala-centro senegalese. Ma anche la dinamica dell’infortunio di ieri è di quelle che non promettono alcunché di buono. In uscita da un blocco, su rimessa, Ndour è caduto a terra in preda al dolore. E a terra è rimasto. Nessun contatto con un avversario. Momo ha sentito tirare il muscolo. Si tratta dell’adduttore della gamba destra. La sensazione, spesso, è terribilmente precisa. Chi fa sport sa che quando sente tirare, quando sente «quella» sensazione, «quel» suono, è in arrivo uno stop lungo.

La risonanza

Oggi, probabilmente in mattinata, il giocatore verrà sottoposto a una risonanza magnetica. Bisognerà capire l’entità del problema. Una contrattura o una micro-elongazione potrebbero lasciare spiragli per gara-3. Ma una lesione significa stagione finita (e, almeno, un mese di stop). Inutile nascondersi. La Germani sta vivendo una stagione memorabile, ma non può (né mai ha potuto) concedersi infortuni.

Il perno difensivo

Se poi a farsi male è l’unico giocatore che può porre un argine a Shengelia... Se poi a farsi male è l’elemento che – nella metà campo difensiva, ma non solo – ha dimostrato di saper fare la differenza... Non solo da parte di Poeta, ma anche da parte di Mauro Ferrari, amministratore delegato di Germani Spa, sulla questione non c’è ottimismo, per usare un eufemismo. Peccato: finché Ndour è rimasto in campo la squadra che doveva avere più paura di perdere non era certamente la Germani.