Germani, Mitrou-Long sotto pressione, ma vuole tornare al top

Fonte primaria del gioco della Germani, fonte primaria di grattacapi per le difese di mezza Italia. Se Amedeo Della Valle si sta rivelando quasi immarcabile, gli sforzi di chi incontra la Germani si concentrano sempre di più su Naz Mitrou-Long. Fiato sul collo, mani addosso, staffette per marcarlo e spendere eventuali falli. Nelle ultime due uscite il play-guardia canadese non ha reso come nel resto della stagione. Nel match di campionato contro Trieste del 12 febbraio ha faticato a entrare in ritmo, si è incaponito (1/8 da tre), ha subito tre stoppate su altrettante penetrazioni (giocate che spesso hanno lasciato gli avversari con le scarpe incollate al parquet).
L’altra sera, nei quarti di Final Eight contro Trento, si è espresso meglio, è comunque andato a referto con 14 punti, distribuendo però soltanto due assist e facendo registrare un poco incoraggiante 2/9 da oltre i 6.75. In generale, ha dato l’impressione di essere irrequieto. La flessione è stata abbastanza improvvisa, se si considera che veniva da prestazioni spaziali. Quella del Taliercio contro la Reyer Venezia e quella del PalaDozza contro la Fortitudo Bologna sono state forse le sue performance migliori in stagione, assieme alla gara deluxe del PalaSerradimigni contro la Dinamo Sassari. Tutto fisiologico, e forse anche frutto della pressione. In primis, quella che il giocatore si auto-mette.
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Standard alti
Già, perché Mitrou-Long è una star con la mentalità di un soldato semplice. È arrivato a Brescia estremamente convinto dei propri mezzi e dei propri colpi, ma si è messo al 100% a disposizione del coaching staff. Magro lo ha guidato passo per passo nell’inserimento in un campionato europeo dopo una carriera unicamente americana, chiedendogli a volte di essere addirittura «più egoista», perché Naz era troppo al servizio della squadra. Il primo a voler tornare determinante, c’è da starne certi, è proprio lui. Domani, alle 18.15, contro Milano, il suo apporto sarà fondamentale.
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