Germani, è tutto tuo: contro la Virtus primo storico trofeo
Ciò che Torino (la squadra) tolse cinque anni fa, Torino (la città) restituisce. La Germani torna a casa con la coppa. Con la Coppa Italia, il primo grande trofeo della propria storia, dopo aver battuto in finale la Virtus Bologna per 84-76.
L’ultimo atto - in cui la Pallacanestro Brescia sciorina un’altra prova gigantesca, ancora una volta partendo da una difesa sfavillante - corona un viaggio che ha dell’incredibile, iniziato con la vittoria ai quarti di questa Final Eight l’Olimpia Milano. Tanto che non si può nemmeno dire che ci siano stati incroci semplici. Con Pesaro nel mezzo, Brescia ha schiantato il meglio del basket nazionale (Brescia-Eurolega 2-0), impartendo lezioni e giocando con un cuore immenso. Mostrato da tutti i giocatori scesi in campo, con la sorpresa di un incredibile Burns, la grande notizia del ritorno a pieni giri di un Petrucelli formato campione, il solito Gabriel sciamanico.
Per Della Valle, mvp uscente del campionato, gli aggettivi sono finiti: è top scorer della finale con 26 punti, oscura pure la stella di Belinelli (24), e viene premiato come miglior assistman e, soprattutto, come miglior giocatore della manifestazione. Dopo aver toccato chiuso il primo tempo avanti di 10 punti, Brescia vola sul +18, prima di subire il clamoroso rientro virtussino. Ma, come accaduto contro l’Olimpia Milano, i nervi restano saldi, e il finale è esaltante e commovente. Storico. Da accompagnare tra i tanti occhi lucidi intravisti tra i tifosi bresciani, con le parole: non ci prendono più.
Sul campo
Brescia prova a fare il fuoco colpendo con Gabriel e Odiase, ma i campioni in carica di Eurocup impiegano poco a stringere le maglie. Al 5’ Brescia è comunque avanti 9-8. La Virtus inizia la propria girandola di campioni, Magro è costretto a togliere dal campo Odiase, dopo il secondo fallo commesso, troppo rapidamente. Burns, però, entra in campo con le fiamme nelle pupille, e si rende immediatamente utile in difesa.
Dall’altra parte del campo Della Valle inventa e segna. Tra un brutto errore di Cournooh da zero centimetri e i liberi di Belinelli, il primo quarto si chiude con la Germani in vantaggio per 17-16. All’inizio della seconda frazione entrambi gli attacchi si fanno più opachi. Belinelli rompe gli indugi. Stavolta è lui a segnare e a creare per i compagni, e Bologna passa per la prima volta in vantaggio (24-22). Gli risponde però sempre Adv, che riporta Brescia avanti e sfonda la doppia cifra personale.
Burns prosegue a pompare benzina in ogni possesso, ed è ovunque. Recupera palloni, raccoglie rimbalzi, segna dalla lunetta, segna dalla distanza. Firma quasi da solo il massimo vantaggio bresciano (+7, 36-29). Un tap-in di Petrucelli sulla seconda sirena frutta invece il +10 del 20’: 40-30. Della Valle e Moss inaugurano la ripresa trovando solo la retina, e portando a 15 le lunghezze di vantaggio biancoblù. La Virtus si affida ad Hackett restare in scia. Nikolic commette il proprio terzo fallo, ma Cournooh torna in campo con la rabbia di un puma a tenuto a dieta. Entrambe le squadre esauriscono il bonus in meno di quattro minuti. La Germani non si ferma, Petrucelli completa un gioco da quattro punti e manda in visibilio i tifosi bresciano. Odiase mostra i bicipiti nel pitturato.
La Germani tocca il +18 (56-38). Potrebbe essere la svolta, eppure la Virtus scatta e azzanna, colpendo con Hackett. Due liberi di Ojeleye riportano i bianconeri a -10, e il terzo quarto si chiude sul 61-51 per Brescia. La Germani soffre anche all’inizio dell’ultimo quarto. Le V Nere piazzano un break di 13-3, ed è tutto da rifare. Si accende un clamoroso duello tra Della Valle e Belinelli, mentre Nikolic è costretto ad abbandonare il match per raggiunto limite di falli, a 5’17’’ dalla fine.
Ma la Germani non finisce mai, anche quando la Virtus è a una sola lunghezza di distanza. Difende alla morte, e mette tutto il cuore che ha. Shengelia e Petrucelli abbandonano a loro volta l’incontro dopo aver commesso il quinto fallo. Cournooh segna i liberi del +9 a 20’’ dalla fine. E non ci prendono più.
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