Germani, Della Valle sorride: «Noi ci credevamo. Siamo speciali»

«Trapani è stata dominante durante tutto il campionato e in questa serie ci ha spinto oltre i nostri limiti»: non sta nella pelle Amedeo Della Valle dopo il successo in gara 3 che ha consegnato a Brescia la prima finale scudetto della propria storia.
«C’è sicuramente grande emozione - commenta il Marchesino - è inutile nascondere che probabilmente nessuno pensava che potessimo arrivare fino a qua se non noi stessi. Siamo cresciuti partita dopo partita e allenamento dopo allenamento dentro e fuori dal campo capendo le esigenze di ognuno di noi, provando ad aiutarci a vicenda, e questo ha fatto la differenza anche in questa gara».

Proprio il capitano biancoblù è stato il primo a sussurrare la parola finale scudetto, proprio lui che ha creduto in se stesso e in questo gruppo sin dal primo giorno anche contro il parere di molti: «Sono stato abituato a passare sotto traccia nella mia carriera, non c’è niente di nuovo - ha proseguito il giocatore di Alba - ho lavorato per essere qui e non succede per caso. Prendo quello che da il campo, sono stato educato a non fare grossi proclami e far parlare il campo».
E il campo ha parlato eccome con il numero 8 biancoblù, che ha chiuso da Mvp della serata con 23 punti conditi da 4 rimbalzi e 3 assist oltre alle 0 palle perse contro la solita staffetta difensiva impostata dal coach avversario Repesa su di lui: «Non è niente di nuovo, tanto studio del gioco per capire cosa fare per aiutare la squadra - ha spiegato lo stesso Della Valle - mi viene in mente gara-1 con Trieste in cui ho fatto 5 punti, ma abbiamo vinto. Stavolta invece serviva una gara non da leader silenzioso, ma da leader in tutto. Tutti abbiamo dei difetti, questa è la vita, ed è la pallacanestro. Petrucelli è probabilmente il miglior difensore del campionato, ma come per me è difficile giocare contro di lui, anche per lui è evidentemente difficile giocare contro di me».
Un’altra serata da capitano per il 32enne, che conclude: «Nel finale faccio un canestro alla scadere dei 24’’ sul +1, su una gamba e non posso dire che l’ho allenato. È qualcosa che viene da dentro, questa squadra ha dentro qualcosa di veramente speciale».
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