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Basket, le lodi di Parrillo: «Germani, esempio che va seguito»

La guardia a Teletutto sul momento magico: «Merito della società, brava a darci serenità e fiducia»
John Petrucelli
John Petrucelli
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Tante volte si è abituati a cercare i protagonisti principali guardando numeri, statistiche e highlights. Nella Germani dei record, bisogna scavare più a fondo, ma senza neppur far tenta fatica. Quella Brescia umile e operaia (come l’ha sempre definita coach Alessandro Magro) ha sicuramente tra i grandi protagonisti Sasà Parrillo. Sottolineata a più riprese dai compagni di squadra l’importanza del numero 17, in primis dal «comandante» Amedeo Della Valle, Parrillo è stato ospite ieri sera di Basket Time a Teletutto.

L'ultima vittoria 

Parrillo torna subito sulla splendida gara di Brindisi: pur non avendo messo piede in campo, dalle sue parole si percepisce la forza di un gruppo che sta deliziando tifosi e non solo. «Nonostante l’assenza di Della Valle e una partenza un po’ sottotono, siamo riusciti ad eseguire benissimo il piano partita. Lo staff ha fatto un lavoro incredibile che ci ha permesso di rientrare in partita e vincere su un campo difficilissimo, dove c’era tanto entusiasmo e voglia di riscatto per la partita dell’andata». In un collettivo che dimostra sempre grande forza, sugli scudi sono stati Petrucelli e Laquintana: «John ha dimostrato i frutti del lavoro che tutti i giorni fa in palestra in maniera incredibile, la sua mentalità e intensità anche in allenamento ti permette di migliorati giorno dopo giorno. Un avversario che si trova a difendere su Petrucelli non la prende benissimo. Tommy è da qualche partita tornato a livelli altissimi dopo un avvio con qualche difficoltà che era da mettere in preventivo, visto che siamo una squadra totalmente nuova».

Un bene per il basket italiano

In un campionato con campioni di un certo spessore che in Italia mancavano da anni, il movimento ha sicuramente avuto benefici: «Questa è una cosa molto bella ed importante per la pallacanestro italiana, mettere al centro di un progetto giocatori italiani come ha fatto la Germani è davvero stupendo. Questo grazie alla società e allo staff, già oggi stiamo vedendo i primi risultati, ma è dal primo giorno che ne siamo convinti, quando la dirigenza ci ha trasmesso tanta serenità e fiducia, le stesse sensazioni di quando ci siamo trovati in forte difficoltà: questo è un segnale di grandezza da parte del club e gli ne va dato atto. Questo mi rende orgoglioso e felice di essere a Brescia e mi auguro che questo modello venga preso ad esempio dagli altri». 

Testa a Treviso

Tra pochi giorni sarà tempo di scrivere la storia (ovvero la decima vittoria di fila), il pubblico è elettrizzato dall’idea: «L’incontro dell’altro ieri con i tifosi è stato bellissimo, è importante anche per noi riuscire a farci conoscere meglio da chi ci sta dando una marcia in più durante le partite. Abbiamo bisogno del loro calore e dobbiamo essere bravi a corrisponderlo con le prestazioni». Lo dice colui che lo chiamano Sasà, ma che di nome fa Salvatore. E in quella terribile ma stupenda notte di Cremona, un anno fa, con il baratro della retrocessione davanti agli occhi, ha ricordato e dimostrato a tutti il motivo del suo nome.

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