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Per Marcell Jacobs, carica Mondiale: «Me la posso giocare»

Domani le batterie dei 100 metri: «Ci sono stati dubbi, non sono il favorito ma mi sto sentendo bene»
Il campione olimpico Marcell Jacobs
Il campione olimpico Marcell Jacobs
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Per la settimana iridata Budapest si annuncia soleggiata e bollente, ma intanto i primi giunti nella capitale magiara hanno trovato nuvole e qualche scroscio di pioggia. Marcell Jacobs ha anticipato di ventiquattr’ore rispetto al resto della pattuglia azzurra lo sbarco in riva al Danubio, poiché ieri mattina il suo sponsor tecnico lo ha voluto presente alla conferenza di presentazione degli atleti che daranno l’assalto ai titoli mondiali indossando scarpe griffate Puma. Così, pur essendo circondato da un fuoriclasse del calibro di Karsten Warholm, il gardesano è stato il più bersagliato dalle domande della stampa internazionale, desiderosa di conoscere le sue reali condizioni a due giorni dalle batterie dei 100 metri, domani sera. «Conquistare il titolo mondiale - ha esordito Jacobs - non sarà per nulla facile, perché negli ultimi mesi ho dovuto affrontare molti problemi fisici. Nonostante ciò ho lavorato sodo, tanto che adesso mi sento bene e penso di essere in buone condizioni». Mai il desenzanese ha pensato di saltare il Mondiale. «Chi mi conosce bene sa che io sono sempre il primo a voler correre, per poter dimostrare il mio vero valore. Purtroppo però nel nostro sport gli infortuni fanno parte del gioco, ma tutto sommato abbiamo cercato di risolvere la situazione al meglio».

Percorso

Nel lavoro di squadra si è inserito anche il fornitore tedesco di calzature, tanto che dopo aver fatto marcia indietro in occasione degli Europei indoor, dove aveva corso con le sue vecchie Nike, in Ungheria il campione olimpico vivrà la sua prima rassegna col nuovo modello di scarpe. «Insieme al mio staff siamo sempre stati concentrati sull’obiettivo del Mondiale. Ci sono stati dubbi, preoccupazioni, ma alla fine siamo riusciti ad arrivare qui e ora ce la possiamo giocare».

Ma in quale stato di forma? A questa domanda né Jacobs né il suo allenatore Paolo Camossi sono in grado di rispondere. «Non mi sento di esprimere con una percentuale il mio livello di preparazione, ma percepisco che sto andando bene. Ora è arrivato il tempo si sentire la competizione e quella scarica di adrenalina che scaturisce dal confronto con i rivali». Di certo, visto che in stagione ha corso una sola volta i 100 metri - il 9 giugno nel meeting della Diamond League allo stadio Charlety di Parigi, quando fu settimo in un anonimo 10”21 - l’azzurro non sarà di certo il favorito per conquistare il titolo iridato. Eppure lui non si scompone di un centimetro quando qualcuno glielo fa notare. «Sono il campione olimpico in carica, quindi è logico che ci sia molta attenzione su di me. È pesante da portare, ma ormai è così da due anni. In più visto che ultimamente ho avuto alti e bassi ritengo che sia una cosa normalissima che in tanti di interroghino su quanto io possa davvero fare». Parola alla pista e al cronometro, giudice sovrano di una sfida tra domani (batteria alle 19.40) e domenica: semifinali alle 16.35 e finale alle 19.10. 

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