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Mondiali, lo zampino di Tito Tiberti nella maratona di bronzo di Aouani

Mario Nicoliello
Il 44enne di Sarezzo è coordinatore del progetto maratona: «La sua medaglia non mi ha sorpreso visto il lavoro fatto»
Tiberti con Aouani
Tiberti con Aouani
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La Brescia presente al Mondiale di atletica non sfreccia soltanto sul manto rosso dello Stadio Nazionale, ma coordina anche il lavoro degli azzurri dietro le quinte. In silenzio, ma con profitto, visti i risultati.

Nel bronzo di Iliass Aouani in maratona c’è anche un pizzico di contributo di Tito Tiberti. Il quarantaquattrenne di Sarezzo, residente a Ome, sta vivendo in Giappone il suo quinto Mondiale della carriera, tra l’altro nel quinto ruolo diverso.

Percorso

«Debuttai proprio in estremo Oriente, a Pechino nel 2015, da assistente del direttore tecnico; poi, dopo aver saltato Londra 2017, eccomi a Doha 2019 da componente dello staff dedicato alla gestione della squadra. Non sono andato a Eugene nel 2022, ma ero presente da tecnico a Budapest 2023. Qui a Tokyo sono invece il responsabile della squadra della maratona».

Tiberti è infatti il coordinatore del progetto maratona, un’iniziativa lanciata dalla Fidal per identificare i potenziali interpreti dei 42 chilometri e 195 metri in vista dei Giochi di Brisbane 2032. «Fino all’anno scorso nell’assetto federale c’era una separazione tra mezzofondo, maratona e corse fuori dallo stadio; da questa stagione i due settori sono invece riuniti in una macroarea denominata Endurance (ossia mezzofondo e maratona, ndr) e Off Road (cross, montagna e trail, ndr). Io mi occupo principalmente della strada, ma all’occorrenza servo anche gli altri ambiti».

A Tokyo

Giunto in Giappone con lauto anticipo («Ci siamo ambientati svolgendo un pre-camp a Tokorozawa») nei giorni precedenti alle gare su strada Tiberti si è occupato di coordinare gli orari dell’allenamento e del riscaldamento. Poi il giorno delle competizioni era sul percorso a seguire gli azzurri.

«Il bronzo conquistato da Aouani non ci ha sorpreso. Lo ritenevamo infatti possibile, non probabile, per quanto di buono aveva fatto vedere nel periodo in altura svolto a Celerina vicino St. Moritz. Gli atleti sono rimasti lì nove settimane consecutive e già in quel frangente Iliass ci aveva dato ottimi riscontri».

Oltre che manager, Tiberti è anche un tecnico: «Alleno Francesco Puppi, uno degli azzurri della corsa in montagna. Per questa ragione, finiti i Mondiali di Tokyo, volerò su Roma e poi direttamente a Saragozza, per raggiungere Canfranc, sui Pirenei spagnoli, sede della rassegna iridata di montagna e trail. Insieme a me ci saranno altri due allenatori bresciani, Emanuele Manzi di Temù e Marco Tengattini di Paratico, e tre atleti, Lorenzo Rota e Camilla Bonariva di Malonno, Luca Merli di Ponte Caffaro».

Il lavoro di Tiberti scorre per tutto l’anno senza pausa: «Spesso mi occupo dei sopralluoghi nei posti dove si svolgeranno gli eventi, per capire come gestire la spedizione sul piano logistico».  E se allenatore si nasce, manager invece si diventa: «Alleno da 16 anni, di cui 13 con gente di alto profilo, mi sento una cosa sola con gli atleti e mi immedesimo nel ruolo anche sul piano umano. Il manager invece richiede competenze che acquisisci con lo studio e la pratica, in questa veste mi sento più un professionista».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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