Mondiali di pattinaggio: Italia d’oro con le bresciane Brandolini e Gregorio
L’Italia — e un po’ anche Brescia — è campione del mondo. Sul parquet di Pechino, tra le note cristalline dell’«Inverno» di Vivaldi, il quartetto Magic Skate Italy ha conquistato l’oro ai Mondiali junior di pattinaggio artistico a rotelle, scrivendo una pagina indimenticabile per il movimento azzurro.
Il team, formato da Giulia Brandolini e Agnese Gregorio entrambe 15enni, entrambe di Capriano del Colle, insieme a Chiara Antonello (17) e Matilde Erbisti (16), ha centrato una vittoria straordinaria e inaspettata. Alla loro prima stagione insieme, le atlete italiane si sono presentate in Cina da campionesse d’Italia, ma senza i favori del pronostico: la grande favorita era la Spagna, campione d’Europa in carica, che però ha commesso diversi errori e una caduta, finendo fuori dal podio.
Le azzurre, invece, hanno offerto una prestazione pulita, precisa e veloce, ricca di cambi di formazione e momenti coreografici intensi. Il risultato è stato un programma di altissimo livello tecnico, premiato dai giudici con il miglior punteggio complessivo della competizione.
Le loro parole
«Ci siamo allenate tantissimo per questo campionato mondiale, facendo sacrifici per tutta l’estate — racconta Giulia Brandolini —. Puntavamo al podio, forse all’argento, ma mai avremmo pensato all’oro. Quando abbiamo visto il punteggio della Spagna alle nostre spalle, non ci sembrava reale. È stato un sogno a occhi aperti».
Anche Agnese Gregorio ricorda quel momento con emozione: «Salire sul gradino più alto del podio è stata la migliore esperienza della mia vita. Durante la gara non avevamo potuto provare la pista, ma quando è partita la musica di Vivaldi mi sono sentita a casa. Eravamo unite, ci scambiavamo sguardi e incoraggiamenti. La vittoria è arrivata insieme, come un abbraccio».
Allenate da Sabrina Scatizzi e Stefania Poli dell’Artiskate Verona, le quattro pattinatrici avevano già conquistato il titolo italiano e la medaglia di bronzo agli Europei di Saragozza. Ora, da Pechino, portano a casa il trofeo più prestigioso: un oro mondiale che tinge d’azzurro il cielo d’oriente
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