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Lampo Trophy, Coppa Davis Under 12 che ha sfornato Murray e Zverev

Tra Olimpica di Rezzato e Forza e Costanza una vetrina internazionale per i tennisti di domani
Un'immagine del Lampo Trophy del 2021 - © www.giornaledibrescia.it
Un'immagine del Lampo Trophy del 2021 - © www.giornaledibrescia.it
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Un giorno si fecero vivi perfino quelli del Mossad. Perquisirono l’albergo che ospita il quartier generale della manifestazione, batterono palmo a palmo gli ambienti frequentati dai giocatori, prima di dare il via libera. Pare fossero arrivati per salvaguardare l’incolumità del figlio di un noto politico israeliano, iscritto sotto falso nome. Una volta le pressioni arrivarono direttamente dal governo moldavo per far giocare un ragazzino appartenente alla famiglia dell’ambasciatore in Corea del Sud.

Si è disposti proprio a  tutto per essere presenti al Lampo Trophy, il torneo che concentra il meglio del tennis internazionale giovanile al di sotto dei 12 anni, in programma dal 4 al 9 luglio sui campi dell’Olimpica Tennis di Rezzato e del Forza e Costanza di via Signorini, in città.

Formula agile, stile coppa Davis, solo otto nazioni ammesse, ognuna con maschi e femmine, atleti scelti direttamente dalle Federazioni di appartenenza, fra di loro alcuni dei futuri campioni del tennis mondiale, lo dice la storia del torneo, arrivato alla ventesima edizione. Da qui sono passati - fra gli altri - Simona Halep, Andy Murray, Alexander Zverev, Ernests Gulbis. Fra gli ultimi nomi Bianca Andreescu, finalista col Canada nel 2012 (perse  proprio contro l’Italia), poi trionfatrice dell’Us Open nel 2019, oggi ventunenne.  E poi Yohana Kostantinova, vincitrice tre anni fa con la Bulgaria femminile, e premiata come miglior giocatrice. Ora è la Under 18 numero 97 al mondo, ad appena 14 anni.

E poi il messicano Rodrigo Pacheco Mendez, classe 2005, che all’ultima edizione degli Australian Open Juniores è arrivato fino ai quarti di finale. Cinque anni fa, col Messico, eliminò l’Italia dal Lampo Trophy. C’è una maglietta indicativa, elenca i nomi di tutti i partecipanti poi entrati nelle classifiche internazionali. Comprende anche quello di Aliassime, altro formidabile campione che ha disputato il torneo. Quest’anno gareggerà la cuginetta.

La maglietta celebrativa con i tennisti entrati in classifica Atp - © www.giornaledibrescia.it
La maglietta celebrativa con i tennisti entrati in classifica Atp - © www.giornaledibrescia.it

Il Lampo è una creatura fortunata già dal nome, dovuto tra l’altro allo sponsor, perché esprime la velocità con cui tanti protagonisti si sono affermati nel tempo. Deus ex machina della manifestazione è Gianni Capacchietti, che vi lavora da sempre. Già a settembre va caccia degli sponsor per l’edizione dell’anno successivo e coordina uno staff ormai collaudato nel tempo. Ai partecipanti è garantito trasporto, fisioterapista, medico, accompagnatore, il soggiorno gratuito anche per un allenatore. Tutto è coordinato secondo tempi e modalità affinati in anni di esperienza.

«La cosa più difficile - sorride  Capacchietti - è dire no a chi chiede di partecipare. Quest’anno abbiamo dovuto farlo con Sudafrica, Messico, Nuova Zelanda, Serbia, Bulgaria, Bosnia, Moldavia e Ungheria. Già il fatto che siano gli altri a cercarci e non il contrario è il segno della credibilità conquistata a livello internazionale».

Ma perché dare visibilità a ragazzi ancora così piccoli? Lo spiega Alberto Paris, direttore della Forza e Costanza, invitato tre anni fa con lo stesso Capacchietti al General Meeting Tennis Europe Juniors e Pro Conference, un convegno che riunisce le Federazioni europee con i responsabili dei diversi tornei internazionali.

Gianni Capacchietti e Alberto Paris - © www.giornaledibrescia.it
Gianni Capacchietti e Alberto Paris - © www.giornaledibrescia.it

«L’età di ingresso al professionismo si sta abbassando sempre più, già a 14 anni un tennista è ormai formato e i margini di miglioramento sono meno elevati. Prima che si  raggiunga quell’età è fondamentale partecipare a tornei di tale livello che aiutano a crescere». Aggiunge Capacchietti: «Questo appuntamento è anche una cartina al tornasole, perché le varie Federazioni possano valutare se la programmazione avviata è quella giusta. Se vieni qui e vedi perdere i tuoi  più promettenti atleti, sei obbligato a farti domande e  a cambiare rotta».

Ma attenzione, il Lampo è un trampolino di lancio, non una garanzia di successo. «Maestri e organizzatori - concordano Capacchietti e Paris - offrono gli strumenti. Il futuro però non è garantito a nessuno, lo sport è soprattutto un’opportunità per trasmettere valori e in questo è fondamentale la collaborazione dei genitori».

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