Kendo: nazionale con accento molto bresciano

È una squadra nazionale di Kendo che parla bresciano, quella che questo fine settimana, e ancora il 25 aprile, si allenerà nella palestra comunale di San Zeno Naviglio, in vista del campionato europeo di fine maggio a Francoforte.
Il cuore pulsante del gruppo è infatti formato dai rezzatesi Livio Lancini da due anni ct della nazionale e dalla moglie Ma Yunsook, di origine coreana, sua assistente in particolare per la formazione femminile. Con loro anche Enrico Manzella, uno degli atleti di punta pure lui rezzatese (oro a squadre juniores agli Europei 2016 e ancora argento nel 2017), che veste i colori della Kendo Seichudo Asd di San Zeno.
Ma non finisce qui poiché accanto a loro i due capitani (la conferma ufficiale arriverà nel corso del ritiro di aprilem ma è cosa di fatto certa) sono entrambi di Cazzago San Martino: Dario Baeli (campione italiano in carica) per la maschile e Alessandra Orizio (pure lei campionessa italiana) per quella femminile, tesserati per la società Sakuragari Kendo Franciacorta.
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Lancini, 54 anni e 30 di insegnamento, il Kendo - arte marziale giapponese che trae le sue origini dalle tecniche di scherma degli antichi Samurai - ce l’ha nel sangue e lo pratica da quando aveva 14 anni, anche se sottolinea che per lui «è un hobby».
Esperienza da vendere e tanta voglia di arricchire il medagliere della nazionale, che guida da due difficilissimi anni di quasi totale fermo, con uno più metalli pesanti. «L’Italia – dichiara – è fra le nazioni più forti della disciplina, che in questi due anni soprattutto per la società che presiedo, gode di un rinnovato interesse. Gli iscritti ora sono circa 60 quando prima erano poco più che una ventina, forse grazie anche ad un nuovo accattivante sito internet».
A Francoforte andrà una squadra di 7 atleti per la maschile e 7 per quella femminile, oltre a 3 per la categoria juniores. Si batteranno sia nell’individuale a eliminazione diretta, con incontri che durano 4/5 minuti ciascuno, sia nella prova a squadre, che sono formate da 5 atleti. Vince chi riesce ad aggiudicarsi più incontri, con tempi supplementari in situazione di pareggio. «Il nostro faro - chiosa il ct - rimane sempre quel campionato mondiale di Glasgow del 2003, dove la nostra nazionale si piazzò alle spalle del Giappone, che tranne una volta è sempre arrivato primo».
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