Jacobs: «Gli Europei? Una lezione. Ora sono più determinato che mai»

«Non perdo mai, o vinco o imparo». La frase è di Nelson Mandela, ma Marcell Jacobs ha imparato a farla un po’ sua in questi mesi. Perché quello che è pur sempre il re dei 100 metri, in questo 2023 ha dovuto fare i conti con la prima grande «sconfitta», ovvero l’argento europeo sui 60 metri indoor alle spalle dell’astro nascente Ceccarelli. «Una lezione», la definisce senza mezzi termini lo stesso Jacobs in un’intervista concessa ieri a Desenzano, a margine del GardaStars e dell’inaugurazione della nuova pista d’atletica del Tre Stelle.
Jacobs, sono passati quasi due mesi dall’argento indoor di Istanbul: ha lasciato più rabbia o voglia di rivalsa?
«Sicuramente non era una cosa a cui pensavo. Diciamo che ho dato un po’ troppo per scontato l’Europeo indoor - si confessa il due volte olimpionico -. Ma sono tutte lezioni che servono, perché mi hanno fatto riaccendere ancor di più la fiamma che avevo dentro, la voglia di impegnarmi, di dare non il 100 ma il 150%. Sono tornato in pista dopo gli Europei con una determinazione che credo di non aver mai avuto. Ci stiamo allenando benissimo anche per questo motivo».
Negli ultimi tempi si è parlato un gran tanto del «caso» staffetta, visto che non avevi dato la disponibilità per le qualificazioni al Mondiale in programma il 7 maggio a Firenze. Ti ha infastidito la diatriba?
«A volte si prendono frasi e vengono trattate in maniera non corretta. So che fa parte del gioco, ogni volta cerco di essere il più chiaro possibile ribadendo la disponibilità a far parte di questo gruppo. Veniamo da una settimana di lavoro con la squadra, ero il primo a spronare i ragazzi, a fare i cambi e incitare i compagni. Vediamo se in Diamond League a Parigi i tempi combaciano per la mia partecipazione. E poi ci sarà la Coppa Europa (ora Europeo a squadre, ndr) a Chorzów di fine giugno».
Veniamo alla stagione all’aperto. Si parla di un tuo esordio a Rabat il 28 maggio, per poi andare al Golden Gala di Firenze il 2 giugno ed a Parigi il 9. Tre impegni ravvicinati per vedere se il fisico tiene in vista del Mondiale?
«Esatto. Il mio allenatore Camossi ha sempre pensato che gareggiare tanto faccia solo che bene, perché l’alta intensità in allenamento ed in gara più o meno sono la stessa cosa. E poi ovviamente per abituarsi ai turni ravvicinati. Al Mondiale tra individuale e staffetta ci saranno cinque turni sempre al massimo in meno di una settimana, bisogna essere preparati».
Altro tema caldo dell’inverno: le scarpe. Sei passato da Nike a Puma, ma agli Europei hai avuto l’ok per tornare alle vecchie calzature. Come va ora l’adattamento?
«Puma è stata il top. Siamo andati a Francoforte a fare dei test per capire quale scarpa sviluppare e ora ci stiamo trovando molto bene, non vedo l’ora di sfoggiarle in pista»
A proposito, i 200 metri sono tornati nel cassetto?
«È una domanda un po’ scomoda... Diciamo che mi piacerebbe già quest’anno provare una volta per cercare il tempo minimo e puntare poi agli Europei del prossimo anno a Roma».
Dicono che a volte ci si «nutre» anche delle diatribe con i rivali. Ci sono state scaramucce social con Kerley, di recente...
«A lui rode ancora l’argento di Tokyo, è normale che ci stuzzichiamo. Poi io sono il campione olimpico, lui quello del mondo in carica: ognuno si sente il re dei 100. Quest’anno al Mondiale di Budapest ci sarà la resa dei conti, anche se per ora negli scontri diretti è 2-0 per me...».
Puoi riassumere la tua condizione attuale in una parola?
«Determinato».
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