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Giro, a Messina vince Demare: Nibali annuncia il ritiro dal ciclismo

In Sicilia, dove la sua carriera era iniziata, lo Squalo annuncia l'addio alle corse. Lunga fuga per i bresciani Tonelli e Tagliani
  • Giro d'Italia, Catania-Messina ad Arnaud Demare
    Giro d'Italia, Catania-Messina ad Arnaud Demare
  • Giro d'Italia, Catania-Messina ad Arnaud Demare
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Il francese Arnaud Demare ha vinto allo sprint la quinta tappa del Giro d'Italia di ciclismo, da Catania a Messina, lunga 174 chilometri. Lo spagnolo Juan Pedro Lopez Perez ha conservato la maglia rosa di leader della classifica generale.

Il francese della Groupama-FDJ si è imposto in volata davanti al colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e all'azzurro Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech Pro Cycling). In top-10 anche gli italiani Alberto Dainese, settimo, e Simone Consonni, decimo. Lo spagnolo Juan Pedro Lopez Perez (Trek-Segafredo) mantiene la maglia rosa di leader della classifica generale. Domani appuntamento con la settima frazione, la Palmi-Scalea (Riviera dei Cedri) di 192 chilometri. 

Tra gli uomini di classifica, conferma il suo stato di grazia anche Biniam Girmay della Intermarché-Wanty-Gobert, quinto assoluto.

L'addio dello squalo

Vincenzo Nibali, vincitore del Giro 2013, festeggia in piazza Loggia - Foto Rodella © www.giornaledibrescia.it
Vincenzo Nibali, vincitore del Giro 2013, festeggia in piazza Loggia - Foto Rodella © www.giornaledibrescia.it

Ma la vittoria di Demare rischia di essere oscurata da un annuncio che, ancorché nell'aria, è destinato a restare nella storia. Quello di Vincenzo Nibali, che al termine della tappa, nella sua Sicilia, dove tutto era iniziato, ha annunciato l'addio alle corse: «Questo sarà il mio ultimo Giro d'Italia e a fine stagione finirà la mia carriera». Lo ha detto, facendosi sfuggire qualche lacrima ai microfoni della Rai dopo all'arrivo della quinta tappa del Giro, a Messina, la sua città.

  • Vincenzo Nibali, lo Squalo dello Stretto nella leggenda
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Una scelta, quella di annunciare l'addio proprio davanti al pubblico di casa, meditata da tempo da Nibali: «Ho raccolto tantissimo nella mia carriera, ho cercato di fare il meglio fino ad ora. Le decisioni a volte arrivano all’improvviso. Sono emozionato, qui è iniziata la mia storia, con le prime corse in Sicilia. Da lì è stata una escalation. Sono andato via dalla Sicilia a 15 anni, ho dato tantissimo al ciclismo e forse è arrivato il momento che in un futuro prossimo possa restituire un po’ di quel tempo sottratto alla famiglia, agli amici, a tutto quello che ho sacrificato per le due ruote» le parole commosse dello Squalo.

Nibali con il ds dell'Astana, il bresciano Beppe Martinelli - © www.giornaledibrescia.it
Nibali con il ds dell'Astana, il bresciano Beppe Martinelli - © www.giornaledibrescia.it

Lo squalo lascia con un palmares straordinario, che include una Vuelta a España (2010), due Giri d'Italia (2013 e 2016), un Tour de France (2014), un Giro di Lombardia (2015) e una Milano-Sanremo (2018), per citare i principali. Brescia fu teatro fra l'altro della tappa finale del Giro 2013, il primo dei due vinti e negli occhi degli appassionati di ciclismo bresciani resta indelebile l'immagine dello Squalo dello Stretto che alza al cielo il trofeo senza fine in una piazza Loggia gremita come poche volte nella storia.

I due bresciani in fuga

Una tappa adatta ai velocisti nella quale non hanno mancato di farsi vedere i due soli bresciani rimasti in corsa, dopo il ritiro a cui è stato costretto Jakub Mareczko ieri, che - ironia della sorte - proprio a Messina nel 2017 fu protagonista di una volata memorabile, in cui solo Gaviria riuscì ad avere la meglio sul corridore di Puegnago: Alessandro Tonelli (Bardiani Csf Faizanè) e Filippo Tagliani (Drone Hopper - Androni Giocattoli) sono partiti per la più classica delle fughe da lontano praticamente al via, assieme ad altri tre corridori, tra cui Mattia Bais, compagno di Tagliani e con lui già a lungo battistrada nelle due tappe in linea ungheresi. Hanno messo punti in forziere prima al traguardo volante di Francavilla di Sicilia (12 Tagliani e 5 Tonelli) e quindi al Gran Premio della Montagna di Portella Mandrazzi (rispettivamente 2 e 4).

La fuga è poi stata ripresa dal gruppo attorno ai 67 km dal traguardo, quando da una dozzina Tagliani si era già staccato dagli altri quattro di testa.

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