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È nata la prima squadra bresciana femminile di cricket della storia

Per ora solo allenamenti, presto le prime amichevoli per le atlete dello Jinnah Brescia
Riscaldamento in campo a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Riscaldamento in campo a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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E adesso vogliono giocare anche loro. Trascinate dall’entusiasmo dei mariti, incoraggiate dai papà, o magari per recuperare un sogno coltivato da bambine. Sono le atlete della prima squadra femminile bresciana di cricket della storia (il Jinnah Brescia femminile), che hanno cominciato ad allenarsi da qualche settimana. Se continueranno a lavorare con profitto potrebbero partecipare presto all’attività federale.

Sono quasi tutte di città e provincia, la più forte, però, arriva da Cortemaggiore (Piacenza) si chiama Kiraan Deep, ha 18 anni, è di origine indiana e ha cominciato seguendo le partite di papà Jaipal, tra i più forti giocatori di serie A. Già nel giro della Nazionale, per ora è costretta a gareggiare a Roma, sarebbe felice di poterlo fare a due passi da casa. Dalle sue parti non c’è un campo e per lei il padre ne ha costruito uno ridotto a Fiorenzuola, per farla allenare. Kiraan Deep ha imparato così in fretta che, dopo un solo anno, è diventata una dei migliori ricevitori italiani.

Le campionesse

Per la prima volta Brescia ha una squadra di cricket femminile - © www.giornaledibrescia.it
Per la prima volta Brescia ha una squadra di cricket femminile - © www.giornaledibrescia.it

Con lei, dall’Emilia, c’è la quattordicenne Manpreet, la «cucciola» della compagnia. Poi, ecco Dinithi, 38 anni, residente in città, che ha ritrovato la passione dell’infanzia in Sri Lanka, quando giocava a cricket con amici e cugini. «Mio marito, però, è in Italia da 30 anni e gli interessa solo il calcio. Viene a seguirmi più che altro per curiosità e non ha ancora capito le regole». Anna, 34 anni, anche lei dello Sri Lanka, si è invece arresa per... stanchezza. Il marito Janaka è una leggenda di questo sport e ora è diventato il coach della squadra femminile bresciana. «Parla sempre e solo di cricket anche quando siamo a tavola. Alla fine - sorride - mi ha convinto per sfinimento».

Dello Sri Lanka sono anche Rosi, 37 anni, di Trenzano, e Ayani, 35 anni, di Roncadelle, supportata dal marito Juresh, giocatore amatoriale che le ha insegnato a lanciare. Smaltita l’emozione dei primi approcci, le atlete seguono convinte le indicazioni del coach e un applauso collettivo segue le evoluzioni meglio riuscite. E, stavolta, a occuparsi dei figli a bordo campo sono i papà. Qualche piccolo ne approfitta per attaccarsi al cellulare. Subito viene gelato da mamma: «Non accenderlo, fino a quando io sono in campo».

L’entusiasmo ha coinvolto anche ragazze che si conoscevano appena, attratte dalla novità. Il resto lo hanno fatto i social, e così si è fatta viva anche Ramisha, 20 anni, che abita a Milano, dove da anni non si gioca più, dopo la sparizione delle Kingsrove, per anni dominatrici del movimento.

Progetti

Le ragazze in campo durante un allenamento - © www.giornaledibrescia.it
Le ragazze in campo durante un allenamento - © www.giornaledibrescia.it

L’entusiasmo è tanto, così come il lavoro da fare. Il coach Janaka è partito da zero, facendo tabula rasa. «Chi è cresciuto nei nostri Paesi sa cosa sia il cricket, lo ha provato già durante l’infanzia. Altra cosa è praticarlo a livello agonistico. Le partite durano ore, la preparazione fisica è fondamentale. E la tecnica si acquisisce negli anni. Però vedo tanta voglia di imparare e di fare le cose sul serio». Siddiqui Kuram, presidente dello Jinnah Brescia, che da tempo nutriva questo progetto, osserva soddisfatto il primo allenamento. «Non chiedo molto, a me basta che il gruppo mostri qualche incoraggiante progresso, e allora cominceremo con le prime amichevoli».

L’idea piace molto anche a Roberta Morelli, assessore alle Pari opportunità del Comune di Brescia. «Il fatto che ora questa disciplina da noi sia accessibile anche alle donne è un grande passo avanti», afferma. C’è un altro traguardo da raggiungere. «Quando ero assessore alla Scuola mi sono battuta molto affinché venisse praticata nelle palestre la pallamano, ora diventata un patrimonio della città. Spero l’obiettivo sia raggiunto presto anche dal cricket, magari trovando altre aree da destinare a partite e allenamenti. Il campo di via Gatti ormai non basta più». Intanto al gruppo si sono aggregate due ragazze nate nel nostro Paese. Problemi di lingua con le compagne di origine orientale? Al contrario. Per mettere tutte d’accordo, la lingua ufficiale della squadra  è proprio l’italiano.

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