Dakar, tutti i bresciani tagliano il traguardo di Gedda

Il principe qatariota Nasser Al-Attiyah con la Toyota ed il britannico Sam Sunderland con la Gas Gas hanno vinto la Dakar 2022, rispettivamente nella categoria auto e moto. Il primo ha preceduto il francese Sébastien Loeb (Brx) ed il saudita Yazeed al-Rajhi, su Toyota, il secondo, invece, il cileno Pablo Quintanilla (Honda) e l'austriaco Matthias Walkner (Ktm). Tra le moto il miglior italiano è stato Giovanni Gritti, 45°; tra le auto Silvio e Tito Totani, cinquantottesimi. Nell’ultima tappa è morto l’autista di un mezzo di supporto, un ventenne francese che si è scontrato contro un camion locale; ferito il passeggero.
Protagonisti quest’anno anche i bresciani, in diverse categorie, tutti capaci di arriva sino al traguardo.
Nella categoria Ssv, Alberto Bertoldi ha ottenuto un brillante 18° posto, primo degli italiani, grazie anche all’undicesimo posto ottenuto ieri nell’ultima tappa. «Mai mollare è stato il nostro motto - dice il gavardese -, che ha fatto da navigatore per Pietro Cinotto su un Polaris. Neppure quando abbiamo rotto il mozzo ci siamo dati per vinti ed abbiamo lottato giorno dopo giorno per recuperare, facendolo con successo. Abbiamo avuto tappe infernali, nella quali la navigazione era fondamentale, e ci siamo comportati molto bene».
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Chi ha dimostrato che con l’esperienza acquisita sul campo, giorno dopo giorno, i risultati possono arrivare, sono i lumezzanesi Gianpaolo Cavagna e Gianni Pelizzola, 49esimi nella categoria Classic. «In quattro tappe siamo stati i primi degli italiani - dice Cavagna, soddisfatto ed emozionatissimo -. Il nostro mezzo, preparato da Tiziano Coccoli della XP Motor di Bovegno ed assistito dallo stesso e dai tecnici della Tecnosport, è stato perfetto. È stata una gara difficile, nella quale tutto è portato all’estremo: mezzi, strumenti e fisico».

Nella stessa categoria, per la squadra corse Angelo Caffi, il ligure Luciano Carcheri, navigato egregiamente da Giulia Maroni, dopo avere avvicinato il terzo gradino del podio di classe, è stato vittima della rottura della turbina, è precipitato in classifica per poi risalire con determinazione all’ottavo posto di classe.
Infine Tiziano Internò, in gara tra le moto con la Husquarna 450, ha concluso al 26° posto nella categoria in cui non sono ammesse assistenze esterne.
«Avevo l’obiettivo di arrivare, dopo il ritiro dello scorso anno. Sono partito con una clavicola dolorante e la gara è stata dura come immaginavo. Ma il paesaggio che abbiamo potuto vedere ha ampiamente superato».
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