Corbetta, Merenda, Libretti: il Tennistavolo Coccaglio fa la storia

Doveva arrivare «la cinese», una forte, per vincere finalmente il campionato dopo troppi piazzamenti. Invece la pluricampionessa del mondo Ni Xia Lian, bloccata da impacci burocratici, nonostante mille annunci a Coccaglio non si vide mai. «Allora noi giocatrici ci guardammo negli occhi – ricorda oggi Anna Corbetta – e capimmo che avremmo dovuto cavarcela da sole».
Il ciclo di successi
Fu proprio la capitana originaria di Ospitaletto a guidare le compagne al primo storico scudetto di tennistavolo, quello del 1989, che aprì un ciclo di successi durato un quinquennio. Accanto a lei la parmigiana Alessia Arisi, che poi avrebbe partecipato a due Olimpiadi, e la veronese Licia Vignola. Seduta in panchina, una ragazzina di 14 anni poi entrata nella leggenda, Michela Merenda, originaria proprio di Coccaglio e figlia del presidente Ferdinando. Sarebbe diventata la sola atleta in tutti gli sport a disputare il massimo campionato per cinque decenni, dagli anni Ottanta fino al 2020, quando riuscì a beffare pure il Covid, facendo in tempo a disputare la sua ultima partita in A1 prima dello stop.

Di generazione in generazione
Oggi, sul suo esempio, sta crescendo un’altra ragazza del paese, la sedicenne Amelia Libretti, titolare della squadra da due anni e considerata tra le giovani più promettenti del movimento. Perché a Coccaglio la storia del tennistavolo ha sempre nuove pagine e le prime le ha scritte Anna Corbetta. «Cominciai spinta dalla curiosità, sull’esempio di mio fratello Marco, all’aperto, su un tavolo di cemento che diventava sempre più alto – sorride –, perché sulla superficie in terra fangosa col passare delle ore si sprofondava».
A 14 anni il passaggio all’agonismo, vissuto però con spensieratezza. «Non era ancora nata la categoria dei genitori tassisti, per andare a Coccaglio mio fratello ed io ci arrangiavamo per conto nostro. Gli allenamenti settimanali, però, erano solo due, per non togliere troppo tempo allo studio». Ciò non impedì ad Anna di cogliere promozioni a catena, fino a quella in serie A, e di scalare il ranking nazionale, fino a entrare nella top ten italiana.
Il presidente Merenda
«Si imparava giocando, eravamo un po’ tutte autodidatte. Ci si aggiornava sulle riviste, col confronto quotidiano e lo scambio di esperienze. Ma nulla sarebbe stato possibile senza il presidente Merenda, che da zero ha costruito un vero e proprio miracolo. Prima per giocare bisognava elemosinare una palestra e portarsi dietro i tavoli da montare. Con lui abbiamo girato l’Italia, riempito i palazzetti e acceso l’interesse della gente. Indimenticabili certe trasferte a Castelgoffredo – nostra rivale per anni – , con i pullman di tifosi al seguito».
Fino all’apoteosi del tricolore: semifinale vinta col Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e successo in finale col Quattro Mori Cagliari con un ricordo particolare. «Mentre festeggiavamo al ristorante, attirammo l’attenzione del compianto esploratore e navigatore Ambrogio Fogar, seduto a un tavolo vicino. Si trovava in Sardegna per un convegno e quando seppe che eravamo diventate campionesse d’Italia, si unì alla compagnia e brindò assieme a noi».
Da giocatrice ad allenatrice
Anna si è poi ripetuta anche come allenatrice e con lei è cresciuta Michela Merenda («Un talento naturale, in realtà non le ho insegnato nulla. Aveva già esordito in A a 11 anni per sostituire una titolare che si era ammalata e stagione dopo stagione è arrivata presto ai vertici. La sua famiglia, col tempo, è diventata anche la mia, abbiamo passato serate a discutere del presente e a progettare il futuro»).
Poi l’addio al tennistavolo, quando gli impegni di lavoro non le hanno più permesso di seguire lo sport con la passione che l’aveva trasformata anche in attivissima dirigente del club. Uno sguardo ad Amelia Libretti però lo ha lanciato e ne è rimasta conquistata. «È una ragazza di alto livello e gioca come giocavo io quando ero al massimo della forma». Una sorta di incoronazione e l’auspicio che con la giovanissima studentessa il club possa tornare ai livelli di una volta. Ieri, oggi, domani, a Coccaglio il tennistavolo non si ferma mai.
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