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Colbrelli: «Ho svoltato, ora voglio la Sanremo e tornare al Giro»

Il campione europeo in visita al Giornale di Brescia racconta l’epica impresa della Roubaix e la sua straordinaria stagione
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COLBRELLI OSPITE DEL GDB
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Sonny Colbrelli in redazione al Giornale di Brescia. Il campione di Casto ha fatto una gradita visita al nostro giornale, suscitando emozioni e curiosità per raccontare la straordinaria stagione agonistica 2021 che l’ha visto trionfare otto volte, ottenere altrettanti secondi posti e salire nel ranking mondiale fino al numero cinque.

Ma soprattutto ha ottenuto vittorie di grande prestigio, a partire dal titolo tricolore inseguito da diverse stagioni, il campionato europeo e in un crescendo rossiniano ha concluso la stagione con il capolavoro assoluto della Parigi Roubaix che l’hanno proiettato nell’Olimpo dei grandi. Con lui abbiamo riavvolto il nastro di questa magica annata.

Hai realizzato di aver vinto la classica delle classiche e come è cambiata dopo la tua vita?

«Me ne sto accorgendo ora dal telefono che squilla in continuazione e dagli appassionati che mi fermano lungo la strada per avere un autografo o fare un selfie».

Quale è stato il complimento più bello ricevuto dopo questa impresa?

«Molti colleghi ed ex corridori mi hanno fatto i complimenti, da Ballan e Bennati, ma mi ha emozionato riceverli da Eddy Merckx che mi ha telefonato ed ha pure preso le mie difese dalle critiche dei francesi».

L'arrivo trionfale alla Parigi-Roubaix
L'arrivo trionfale alla Parigi-Roubaix

Come hai festeggiato la vittoria alla Roubaix con i tuoi compagni di squadra?

«La sera precedente la corsa avevo detto loro scherzosamente che in caso di vittoria avrei comprato a ciascuno un Rolex. Lo desideravo prima di tutto per me, perchè colleziono orologi, e così ho mantenuto la promessa».

Il successo della Roubaix ti ha forse tentato al cambio squadra?

«Con Bahrain avevo già un precontratto. Offerte le ho ricevute devo essere sincero, ma dal momento che ho sposato il progetto del team e a parte lo scorso anno quando ho dovuto fare il gregario a Landa, mi hanno sempre lasciato fare la mia corsa. Non c’era ragione di cambiare».

Il campione di Casto con il nostro direttore Nunzia Vallini - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Il campione di Casto con il nostro direttore Nunzia Vallini - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Ora avrai più libertà di azione, quindi per il prossimo anno come vorresti cambiare il tuo programma?

«La squadra vorrebbe mantenere più o meno lo stesso programma di gare visto come è andata, a me sinceramente piacerebbe tornare al Giro d’Italia. C’è una tappa che parte da Salò e attraversa la mia Valsabbia. E poi mi intriga la prima tappa in Ungheria con un traguardo molto adatto alle mie caratteristiche. La maglia rosa mi tenta. Poi bisogna far conciliare il tutto e il Tour è sempre il Tour. Se dipendesse da me però opterei per il Giro dopo le classiche, poi stacco in estate e Vuelta per preparare il Mondiale in Australia».

Quale successo ti ha permesso di svoltare quest’anno?

«Il campionato italiano. Lì è scattato qualcosa nella mia testa e mi sono convinto che potevo vincere anche senza attendere gli sprint».

Quanto ha inciso il lavoro psicologico?

«Molto nell’acquisire sicurezza nei miei mezzi. Non ho avuto paura di affrontare lo psicologo e poi la mental coach».

I festeggiamenti dopo la vittoria del campionato europeo
I festeggiamenti dopo la vittoria del campionato europeo

E da velocista ti sei trasformato in un corridore diverso.

«In realtà non mi ritengo un velocista, nelle volate a ranghi compatti ho sempre fatto fatica. E poi fin da giovane ho dimostrato di tenere in salita. Da Allievo ha fatto secondo alla Travagliato Madonna della Stella, da Juniores due volte secondo alla Santissima di Gussago e undicesimo alla Brescia Monte Magno».

Da giovane hai anche sperimentato il lavoro da operaio metalmeccanico.

«Fino al passaggio nei dilettanti non ho mai guadagnato un soldo e preso il diploma da meccanico mio padre non voleva che stessi a casa a far nulla, così a 17 anni ho iniziato a lavorare dapprima nell’azienda dove lavorava mio padre, poi sono stato 7 mesi all’Unidelta lavorando dalle 6 a mezzogiorno. Ma alla fine era troppo pesante da conciliare con l’attività sportiva. Tuttavia è una esperienza che mi ha temprato perchè ho capito cosa vuol dire sudarsi i soldi e a differenza di altri miei coetanei questo mi ha dato una spinta in più».

Con la maglia di campione italiano
Con la maglia di campione italiano

Hai parlato di punti di forza, ma le quali sono le tue debolezze?

«Devo stare attento a non esagerare a tavola. La sera prima di ogni gara però mi concedo un pezzetto di cioccolato fondente».

E al mattino prima della gara cosa mangi?

«Voglio sempre la stessa cosa: pastasciutta con prosciutto, avocado e omelette».

Archiviata la stagione è tempo di pensare al 2022.

«Sì, devo dare un taglio a cene e premiazioni per concentrarmi sulla preparazione e perdere i 4,5 kg presi nell’ultimo mese. In questi giorni ho iniziato le prime uscite, poi a fine mese volo alle Canarie iniziare a fare sul serio».

Con quali obiettivi ed aspirazioni?

«Confermare i buoni risultati di questa stagione, vincere la Milano Sanremo e una tappa in un grande Giro, meglio se quello d’Italia».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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