Ciclismo: Colnago per i 90 anni sale in cattedra alla Bocconi

Novant’anni, dei quali 76 di professione per creare capolavori che hanno attraversato generazioni di campioni, invenzioni che hanno rivoluzionato il mondo delle due ruote, intuizioni che hanno proiettato le sue bici nel futuro anticipando i tempi, creatore di gioielli di artigianalità che tutto il mondo ci invidia. Questo e altro è Ernesto Colnago, definito da Gianni Brera il «Benvenuto Cellini della bicicletta» che ieri ha tagliato il traguardo dei novant’anni con una cerimonia speciale presso la nuova e bellissima Arena sport center dell’Università Bocconi di Milano al termine della quale gli è stato consegnato un riconoscimento equivalente ad una laurea honoris causa dall’ateneo milanese.
La lezione del maestro
Ernesto Colnago è salito in cattedra a suo modo con una lectio magistralis solleticata dalle domande di Pier Bergonzi della Gazzetta dello Sport e Pier Augusto Stagi di Tuttobiciweb introdotti da Marco Pastonesi. Una lezione sul filo dei tanti ricordi per Colnago al quale hanno reso omaggio in aula tanti campioni passati fra le sue fila, fra i quali i bresciani Michele Dancelli, Mario Anni e Davide Boifava. Bresciano anche il ministro per l’Innovazione tecnologica e transizione digitale Vittorio Colao in collegamento video. «Cosa mi lega a Colnago? Tanto per cominciare le bici che posseggo perchè sono tutte Colnago e ogni cinque anni ne acquisto una». Colao è un ciclista praticante, è stato tesserato per un club bresciano e partecipa ogni anno alla Gran Fondo Colnago di Desenzano.
Gli interventi di Colao, Boeri, Prodi e Cordero di Montezemolo
«Ernesto - ha aggiunto Colao - è due persone in una: da un lato è artigiano innovatore dall’altro è un fanciullo entusiasta che ha fatto il suo lavoro con amore. La bici inoltre è sofferenza e determinazione, è una esperienza fisica e spirituale. La bici insegna a gestirti, e a non mollare mai» - ha aggiunto il ministro preceduto negli interventi dal prof. Tito Boeri, docente della Bocconi e ciclista praticante che ha portato alcuni suoi studenti in aula «perché abbiamo tanto da imparare dalla storia di Colnago». Intervenuti via video anche l’ex premier Romano Prodi famoso per la frase «salgo in bici con i problemi, scendo con le soluzioni» per testimoniare l’eccellenza di un «artigiano famoso nel mondo rimasto fedele al suo Paese» e Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente della Ferrari, scuderia con la quale Colnago ha collaborato per creare i primi telai in carbonio.
La nascita dell'asso di fiori
Tra i tanti campioni che hanno voluto omaggiare Colnago l’intervento di Giuseppe Saronni, una sorta di figlioccio per Colnago al quale è rimasto sempre fedele. Poi in cattedra è salito il novantenne Colnago ripercorrendo episodi che ne hanno segnato la carriera, fra i quali la nascita del marchio oggi conosciuto in tutto il mondo «L’Asso di fiori» ideato dopo l’impresa del bresciano Michele Dancelli, vincitore solitario della Milano Sanremo nel 1970. L’emozione per quello straordinario successo che mancava all’Italia da 17 anni, ispirò il giornalista Bruno Raschi a suggerire l’idea dell’Asso di fiori come nuovo logo per la Colnago. E da lì partì una straordinaria avventura imprenditoriale costellata di tanti campioni e imprese.
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