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Caso Djokovic: cosa ne pensano i big del tennis bresciano

Le riflessioni e le reazioni dei coach Paris e Rossi e dei giocatori Pontoglio, Pedrini e Zanotti
Novak Djokovic all'aeroporto di Adelaide, Australia - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Novak Djokovic all'aeroporto di Adelaide, Australia - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Una situazione spiacevole, mal gestita dall’atleta, ma anche dall’Atp e dagli organizzatori dell’Australian Open. Ecco, in sintesi, il parere di cinque bresciani della racchetta sul caso-Djokovic. Sono i coach Alberto Paris ed Emidio Rossi, il giocatore (adesso verso fine carriera, e ormai più allenatore) Marco Pedrini, il top player della nostra terra Davide Pontoglio e il giovane tennista di belle speranze Alessio Zanotti.

«La situazione è delicata e la gente si divide in fazioni per ragioni politiche, legate al dilemma vaccino-sì, vaccino-no», commenta Paris, grande ex giocatore, oggi direttore del circolo Forza e Costanza e capitano del Bal Lumezzane, realtà di vertice a livello nazionale nel tennis femminile. «Se ci sono regole, tutti le devono rispettare - prosegue -. Ma gli errori sono di tutti, a partire dalla base. Dall’Atp, all’Australian Open. Credo, comunque, che Djokovic avrebbe fatto meglio a non andare».

Tra i grandi in attività, secondo Paris, Nole è meno amato rispetto a Nadal e Federer. «E, alla luce di questi ultimi fatti, non credo che la sua popolarità cresca».

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«Gli sportivi di vertice fanno tendenza e sono un riferimento anche per i giovani - fa notare Emidio Rossi, direttore tecnico della Emidio Rossi Tennis School, figura storica del movimento bresciano, conosciuto oltre i confini italiani -. Djokovic è un esempio a livello sportivo, meno dal punto di vista sociale». E se è vero che il tennis non è uno sport di contatto, «quando gioca una stella come Nole gli impianti fanno registrare il tutto esaurito».

Il giocatore serbo «avrebbe dovuto fare subito chiarezza circa la propria esenzione», fa notare Pedrini (nel 2006 numero 294 del mondo e sedicesimo in Italia, oggi coach al Tennis Club Brescia). «Le sue posizioni - prosegue - vanno rispettate, ma serve trasparenza, perché nel suo ruolo ha grande responsabilità verso tutto il mondo dello sport».«Ha fatto una brutta scelta», commenta il ventiduenne Alessio Zanotti, più che promettente atleta nel circuito Itf, che punta a disputare una buona stagione 2022 cimentandosi nei Futures. «Rispetto chi non si vuole vaccinare - prosegue -, ma non mi piace la ricerca del cavillo. L’organizzazione del torneo ha commesso un errore ancora più grave, e si è generata una situazione spiacevole».

«In questo modo si crea un pericoloso precedente - fa notare infine Davide Pontoglio, numero 2.060 del ranking Atp, raggiunto telefonicamente in Colombia, dove si sta allenando -. Sono convinto che per uscire al più presto dall’impasse generata dal Covid sia necessario che tutti si vaccinino».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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