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Campione fino all'ultima pallina: da Remedello a tutto il mondo

Atleta dell’Aeronautica Marco Rech Daldosso, classe 1992, vince scudetti, perno della Nazionale frequentatore delle Coppe europee
Bacio al tricolore: Rech Daldosso nel 2019 dopo lo scudetto vinto - © www.giornaledibrescia.it
Bacio al tricolore: Rech Daldosso nel 2019 dopo lo scudetto vinto - © www.giornaledibrescia.it
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Le finali si possono vincere e si possono perdere. L’importante è giocarle, come succede - quasi ininterrottamente - da oltre dieci anni a Marco Rech Daldosso, classe 1992 (30 anni il prossimo settembre), numero uno del tennistavolo e campione italiano in carica. Da quando ha debuttato nel 2009 in A1, l’atleta di Remedello - in forza all’Aeronautica - si è quasi sempre battuto per lo scudetto, ne ha conquistati tre, altri sono sfuggiti di un soffio, uno lo ha vinto all’esordio, un altro con una squadra di ragazzini, ha vissuto l’annus horribilis del 2012-2013 con sole quattro formazioni iscritte e dopo i trionfi di Castelgoffredo - il club che lo ha lanciato - ha conquistato il tricolore anche a Messina.

In azione Marco Rech Daldosso è il miglior pongista bresciano - © www.giornaledibrescia.it
In azione Marco Rech Daldosso è il miglior pongista bresciano - © www.giornaledibrescia.it
Patendo, nella scorsa stagione, la beffa più atroce. Quella di essersi aggiudicato tutte le partite del campionato, tranne una, finita 3-2, e costata il titolo contro Carrara, la sua eterna rivale, contro la quale ha disputato ben cinque finali. Ovunque vada, Marco, pilastro della Nazionale, sposta il suo formidabile talento, disputa regolarmente da anni le Coppe europee, migliora il rendimento del club che lo ingaggia.

Fuoriclasse in tutto e per tutto, non lo si è mai potuto apprezzare a casa nostra, dove mancano club di punta. «Anche se la mia vita professionale e sportiva si è svolta altrove, sono sempre legato alle miei origini - assicura Marco - e tutte le volte che posso torno a casa: qui ho gli amici e gli affetti più cari». E qui ha mosso i primi passi nell’oratorio del paese al seguito del fratello Enrico e di papà Franco, prima del passaggio ad Asola, dove ha debuttato ad appena 15 anni in A2 alla corte del compianto presidente Romano Rodella.

«Gli devo molto, fu lui a porre le basi per il mio passaggio a Castelgoffredo, dove la mia carriera ha poi preso il volo». Sacrifici. Marco vive da autentico professionista,  organizza la settimana in base agli impegni agonistici e alla possibilità di potersi preparare con compagni all’altezza. «Le rare volte che torno a Remedello - spiega - mi metto d’accordo con Leonardo Mutti, Matteo Mutti e Mihai Bobocica e ci troviamo a Castelgoffredo per allenarci assieme».

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Non a caso, si tratta dei giocatori che - in Italia - contendono a Rech Daldosso la palma di numero uno. «Matteo è mio compagno di squadra, Leonardo e Bobocica giocano nel Carrara. C’è grande amicizia e rispetto fra di noi, al di là della rivalità sportiva». Per Rech Daldosso è importante anche l’esperienza che sta vivendo a Messina. «Giorgio Quartuccio e ora il figlio Giuseppe sono presidenti che hanno trasmesso alla città la loro grande passione, le partite, prima della pandemia, attiravano in palestra centinaia di spettatori». Sotto quello scudetto del 2018-2019 c’è la firma di Marco Rech Daldosso, vincitore delle sfide decisive contro Alessandro Baciocchi nella finale con Verzuolo.

Con i compagni di squadra Rech Daldosso milita nel Messina in A1 - © www.giornaledibrescia.it
Con i compagni di squadra Rech Daldosso milita nel Messina in A1 - © www.giornaledibrescia.it
Indimenticabile anche il primo titolo colto a Castelgoffredo - società guida del movimento in Italia - a soli 18 anni, al fianco di campioni come Monteiro e Guo Jinhao. Ancora di più quello del 2015-2016, assieme agli allora adolescenti Matteo Mutti (classe 2000) e Luca Bressan (1998), e al cinese Qjan Cheng, con Marco a vincere tutti gli incontri delle finali con Carrara. «Per me è stato fondamentale l’ingresso in Aeronautica - confida -. Un gruppo sportivo militare che consente di prepararsi nella massima serenità». E che lui rappresenta al meglio nelle competizioni individuali. L’ultima perla l’ha raccolta nel febbraio del 2021 col titolo tricolore nel singolare.

Per Marco non c’è solo il tennis tavolo. Nel 2019 si è laureato a Parma in Economia e Management  dell’Internazionalizzazione. La sua vita professionale prenderà presto altre strade, ma l’amore per questa disciplina non si esaurirà. «Non mi vedo a giocare in categorie minori. Vorrei un ruolo da dirigente per far conoscere questo sport meraviglioso». Dove si può diventare Marco Rech Daldosso partendo da un piccolo paese di provincia, vincere scudetti e girare il mondo con una racchetta.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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