Bellandi: «Mai stata così bene: credo di più in me stessa»

Ventiquattr’ore dopo la vittoria nel Masters di Gerusalemme Alice Bellandi è tornata in famiglia, al termine di un lungo viaggio. Giovedì sera, smaltita la premiazione, non c’è stato il tempo di festeggiare, perché conclusa la cena un autobus l’ha condotta fino all’aeroporto di Tel Aviv, da dove all’alba di ieri si è imbarcata per Roma. Atterrata a Fiumicino, appena il tempo di tornare a casa e prendere i bagagli, per poi mettersi in macchina per raggiungere i genitori a Brescia, dove mancava dall’estate e dove si tratterà fino al 2 gennaio. Quando l’autostrada non presenta difficoltà la ventiquattrenne judoka si concede alle nostre domande, per riavvolgere il nastro del miglior anno della sua carriera.
«Era dal 2018 che non vivevo una stagione così. Mi sono superata perché su otto tornei sono salita sul podio sei volte, vincendo a Baku, Budapest e Gerusalemme, arrivando seconda in Portogallo e terza a Tel Aviv e agli Europei di Sofia. Ho fallito i Mondiali perché non ero in buone condizioni fisiche in quanto venivo da un’influenza fortissima».
Salto
Il cambio di categoria e l’approdo nei 78 chilogrammi è stata la svolta della sua vita sul tatami: «Mentalmente soffrivo i 70, tanto che rimanere nel peso prima di una gara era già come aver vinto un pezzo di medaglia. Da quando sono salita di categoria tutto è cambiato: non ho più problemi e insieme all’allenatore Antonio Ciano e ai preparatori atletici abbiamo fatto un grande salto di qualità». Col senno di poi quell’anno in più aggiunto al precedente quadriennio olimpico ha rovinato tutto: «Ho sofferto molto e devo confessare che alla fine del 2020 ho pensato di tentare la qualificazione per Tokyo nei 78 chili. È stato un periodo traumatico, ma alla fine abbiamo deciso di non rischiare e restare nei 70».
Futuro
Il peggio sembra essere alle spalle, adesso Alice può cominciare l’anno preolimpico al terzo posto nel ranking mondiale: «Da quando faccio judo non ero mai stata così in alto. È una sensazione bellissima soprattutto se guardo indietro e rivedo tutta la strada che ho fatto. Ora ho acquisito una maggiore consapevolezza in me stessa e sono cresciuta notevolmente».
La parola chiave del suo 2022 è costanza: sempre nei piani alti della classifica e soprattutto capace di battere più volte avversarie rinomate. «Abbiamo studiato ogni secondo di tutti gli incontri e rivisto le immagini un sacco di volte per migliorare i dettagli. Penso di avere una visione a 360 gradi dei combattimenti e so come cambiare tattica a seconda della situazione». La strada verso i Giochi è ancora lunga, ma «il successo nel Masters mi consentirà di avere un punteggio in più da aggiungere rispetto alle rivali». Prossimo appuntamento il Grande Slam di Tel Aviv in febbraio: «Per il 2023 l’obiettivo sarà fare bene nelle grandi rassegne, quindi Mondiali e Europei. Ma dovrò essere in forma tutto l’anno».
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