Vitor, annegato a 16 anni nel lago d'Iseo rincorrendo un pallone

La disperazione della madre arrivata a Sale Marasino proprio mentre i sommozzatori recuperavano il corpo del ragazzo
Il momento del ritrovamento del corpo sul fondo del lago
AA

«Mio figlio, mio figlio. Hugo no. Non può essere lui». È straziante l’urlo della madre del 16enne, arrivata a Sale Marasino proprio quando il figlio viene recuperato ormai senza vita. L’hanno chiamata in tutta fretta mentre stava lavorando. E crolla davanti alla scena del suo ragazzo annegato sotto gli occhi dello zio.

Si chiamava Vitor Hugo Diaconceico Viera il 16enne che ha perso la vita ieri pomeriggio a Sale Marasino, davanti alla spiaggia pubblica San Pietro. Tocca allo zio ricostruire con i carabinieri la dinamica di quanto accaduto ed è lui poi che prova a sostenere la sorella e la madre del ragazzino.

 

  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Mezzi di soccorso (foto di archivio) - © www.giornaledibrescia.it
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia
  • Le immagini della tragedia
    Le immagini della tragedia

 

Alle 22, quando vigili del fuoco, sommozzatori e carabinieri se ne sono già andati e quando anche il cadavere è già stato portato via, la donna non si placa. Piange, urla, chiede perché. Il fratello la guarda, ma non parla, forse non ha neppure la forza per farlo. Ha il fisico da giocatore di basket, ma trema nella sua maglietta a maniche corte del Brasile. E non è il freddo. Ha lo sguardo perso di chi continua a rivedere nella propria mente quegli attimi terribili.

 

 

«Ero convinto che Hugo sarebbe tornato», ha ripetuto ai soccorritori. Intanto la Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta e sarà l’autopsia a stabilire l’esatta causa del decesso. Per ora resta il dolore e l’angoscia per una morte innocente, l’ennesima di una stagione estiva sempre più drammatica.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia