Variante Sp469 a Capriolo: l’ultimo treno si chiama Pnrr

Si spera nei fondi del Piano nazionale per realizzare l’opera attesa da vent’anni
L'obiettivo è decongestionare il traffico nell’area tra Palazzolo e il lago d’Iseo - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'obiettivo è decongestionare il traffico nell’area tra Palazzolo e il lago d’Iseo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Se non ce la facciamo ora, non si fa più». Perentorio, ma anche speranzoso, il sindaco di Capriolo Luigi Vezzoli ha parlato della variante alla Sp469 che potrebbe rientrare nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La strada, priorità per le amministrazioni comunali da vent’anni, è un’opera di dimensioni colossali che non può essere affrontata dal singolo Comune né dagli altri enti locali coinvolti: Paratico e Sarnico e, per dare respiro alla bergamasca Sp91, anche numerosi paesi al di là dell’Oglio. L’obiettivo è fornire una alternativa alla viabilità tra l’estremo nord di Palazzolo e il lago d’Iseo, che risulta congestionata in diversi orari della giornata con conseguente inquinamento e mancanza di sicurezza per gli utenti leggeri della strada.

«Tutti noi sindaci dei Comuni bresciani e bergamaschi coinvolti abbiamo mandato al Ministero una lettera condivisa per sensibilizzare a questo tema - ha spiegato il primo cittadino durante il Consiglio comunale di giovedì sera -. La Polizia locale ha contato un traffico di circa 50mila veicoli al giorno e ciò è insostenibile. Il progetto prevede un costo di 110 milioni di euro per questa strada che dai comuni bergamaschi, che spingono per averla, giungerà a Paratico e Sarnico. L’impatto dell’infrastruttura sarà però soprattutto su Capriolo. Noi non abbiamo posto ostacoli, comunque. Il Pnrr è l’ultimo vagone dell’ultimo treno che passa: se non lo prendiamo, non si farà più. Ciò che ci fa ben sperare è che è una delle sole quattro opere, il massimo autorizzato, che la provincia di Brescia ha inserito come prioritari nelle richieste per il Pnrr».

La questione è aperta da anni. Già l’ex sindaco Fabrizio Rigamonti aveva più volte provato a concretizzare l’opera, ma le difficoltà dell’operazione, legate sia al coinvolgimento di tanti Comuni e di due Province, sia il costo dell’intervento, non avevano consentito di andare oltre le idee e i progetti preliminari, poi dimenticati in seguito alla crisi economica di una dozzina di anni fa.

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